Il consiglio regionale ha approvato la nuova legge sulla caccia in Toscana. Di fatto si supera l’impianto della legge obiettivo sugli ungulati.
La parola d’ordine è rafforzare gli Atc: approvata ieri sera dal consiglio regionale, la nuova legge sulla caccia in Toscana va esattamente in questa direzione. L’impianto normativo attiva infatti un fondo per il supporto agli Atc in difficoltà economiche, dimezza dal 10% al 5% l’importo della quota da versare alla Regione, ripensa le norme per l’affidamento dei contratti. Soprattutto, tornano nelle loro mani la gestione degli ungulati, l’organizzazione della selezione al cinghiale, i criteri per l’abilitazione al prelievo, i poteri per mantenere in equilibrio le diverse forme di caccia.
Chiaramente aumentano anche gli impegni. Gli Atc dovranno realizzare i centri di sosta e stipulare convenzioni con i centri di lavorazione delle carni, determinare ed erogare gli indennizzi per i danni da selvaggina, proporre alla Regione l’istituzione, la revoca e la regolamentazione delle zone di rispetto venatorio. Oltre che agli ungulati, in queste zone la giunta potrà autorizzare la caccia a volpe, gazza e cornacchia grigia.
Non solo Atc nella nuova legge sulla caccia in Toscana
È chiaro che, dopo il lungo periodo della legge obiettivo, l’altro tema caldo riguarda proprio gli ungulati. Sentiti gli Atc e le organizzazioni agricole, la giunta può ora determinarne le densità sostenibili. Nelle aree vocate, è stata fissata a 2,5 cinghiali ogni 100 ettari. La caccia di selezione agli ungulati sarà inoltre possibile cinque giorni a settimana: tutti, se si escludono il martedì e il venerdì di silenzio venatorio.
Alcune questioni toccano direttamente i cacciatori: la forma di caccia scelta in via esclusiva sarà valida per un anno e, in caso di mancata modifica, si rinnoverà automaticamente ogni 1° novembre. La nuova legge sulla caccia in Toscana consente inoltre di utilizzare sia il tesserino venatorio cartaceo sia l’applicazione digitale.
La legge 430/2020 istituisce inoltre un comitato di esperti che, in carica per tutta la consiliatura, analizzi le dinamiche di popolazione e fissa le zone di protezione lungo le rotte migratorie. La giunta potrà poi costituire oasi di protezione e zone di ripopolamento e cattura e modificarne il perimetro. Le è inoltre consentito avvalersi di soggetti terzi, associazioni venatorie e agricole, per l’assistenza procedimentale e la sussidiarietà sui servizi, in cui rientra la promozione della cultura della sicurezza. La legge disciplina infine l’utilizzo venatorio degli uccelli da richiamo.
La Cct: “Un risultato positivo”
Il testo è stato approvato da un’anomala maggioranza Pd, Italia Viva e Lega; contrari i 5 Stelle e Si – Toscana a Sinistra, che chiedeva di destinare l’8% della tassa di concessione non più alle associazioni venatorie, ma agli agricoltori “per ristoro [dei danni] e prevenzione non cruenta”. Per la Cct, che già dalla conferenza di Braccagni spingeva per l’approvazione della nuova legge, si tratta di un “risultato positivo”. Ora infatti si dispone “di un solido riferimento normativo”. Ma non tutto è ancora definito: si attende di sapere che succederà al calendario venatorio dopo la sentenza del Tar su pavoncella e moriglione.
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