Il calendario venatorio dell’Emilia Romagna per il 2024/2025 ricalcherà quello approvato dalla giunta per la scorsa stagione, prima delle sentenze del Tar che l’ha più volte modificato.
Le sentenze sfavorevoli del Tar non sembrano aver scalfito l’ottimismo della giunta regionale, visto che in commissione Politiche economiche l’assessore Alessio Mammi ha detto che l’impianto del calendario venatorio 2024/2025 sarà lo stesso di quello approvato alla vigilia della scorsa stagione.
Nonostante quanto accaduto negli ultimi mesi, dall’apertura posticipata alla chiusura anticipata (e sul merito del ricorso il Tar ha chiarito che non può esprimersi, visto che la Lac ha dichiarato di non avere più interesse: la stagione s’è conclusa, e la giunta ha ottemperato alle decisioni cautelari), la giunta ritiene infatti di avere solidi dati scientifici a sostegno.
Ci s’attendono dunque la caccia alla beccaccia aperta anche a gennaio, l’addestramento cani dal 18 agosto, e a ottobre e novembre due giornate aggiuntive per la caccia alla migratoria e da appostamento. L’unica novità riguarderà la raccolta dei dati per via informatica, con una procedura ancora da specificare.
Sia il Partito democratico (in commissione Massimo Bulbi ha difeso le decisioni della giunta) sia, dall’opposizione, la Lega (per Massimiliano Pompignoli «il fatto che il calendario sia uguale a quello precedente è un punto di forza, ma occorre [motivarlo scientificamente] in maniera più decisa» perché non sia più attaccabile dalla Lac) condividono la scelta di un calendario in continuità con quello approvato l’anno scorso; è di avviso diverso invece Silvia Zamboni (Europa Verde), secondo la quale è fondamentale «tenere conto dei pronunciamenti del Tar e delle raccomandazioni dell’Ispra».
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