Agrivenatoria biodiversitalia è la nuova associazione di riservisti nata dalla collaborazione tra Coldiretti e Cncn; Maurizio Zipponi prova a chiudere la polemica sul proprio ruolo.
L’associazione di riservisti di cui a lungo si è parlato si chiama Agrivenatoria biodiversitalia; lo hanno annunciato stamani Coldiretti e Comitato nazionale caccia e natura ufficializzandone la nascita. La nuova associazione intende rappresentare le aziende agrituristico-venatorie italiane, al momento estese sul 14% del territorio agrosilvopastorale “che verrà messo a sistema per generare economia”; tra gli obiettivi dichiarati ci sono la difesa di campagne, città e strade dalla diffusione del cinghiale e il presidio delle aree interne messe a rischio dalla fauna selvatica spesso incontrollata.
«Agrivenatoria biodiversitalia non si pone l’obiettivo di creare nuove riserve né di sostituirsi alle associazioni venatorie riconosciute». Con queste parole Maurizio Zipponi, presidente del Cncn (ma anche della Fondazione Una), tenta di chiudere la polemica che negli scorsi giorni lo ha coinvolto. «Siamo però convinti che [esista] un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, mondo agricolo e istituzioni»; la Coldiretti e la nuova associazione possono colmarlo dando «assistenza e valore aggiunto a un settore strategico per il Paese». Il Cncn ritiene infatti che «questo patrimonio ambientale e faunistico [debba essere] adeguatamente valorizzato», anche per consolidare il rapporto tra caccia e agricoltura.
Zipponi sottolinea che l’articolo 842 del codice civile, quello che consente la caccia nei fondi privati, «è e resta una pietra basilare su cui è fondata la caccia sociale» in Italia; con quest’approccio la partecipazione del Cncn alla nuova associazione «non è alternativa alla collaborazione con le associazioni venatorie riconosciute».
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