Le munizioni in piombo sono al centro della discussione pubblica, in Italia e in Europa.
Le munizioni in piombo sono sotto tiro. Con una nota del 16 luglio 2019 resa pubblica solo il 21 agosto, la Commissione europea ha richiesto all’Agenzia per le sostanze chimiche (Echa) di lavorare a un documento che dimostri la necessità di proibire la commercializzazione e l’utilizzo loro e dei piombi da pesca. A oggi in Italia il divieto di utilizzo delle munizioni in piombo si applica solo nelle zone speciali di conservazione (Zsc) e nelle zone di protezione speciale (Zps), all’interno della Rete europea Natura 2000.
L’Echa dovrà, in pratica, valutare i rischi per la salute di umani e animali, anche e soprattutto attraverso il consumo di carne di selvaggina, e i possibili incidenti occorsi ai cacciatori che usano munizioni in piombo o atossiche, e identificare le opzioni alternative.
Lo studio dovrà essere realizzato entro un anno. Ciò però ha già messo in allarme le associazioni venatorie e quelle dei produttori di munizioni sportive. Pur consapevoli dell’opportunità di eliminare il piombo nelle zone umide, temono che il divieto possa essere esteso anche al restante territorio e agli altri tipi di caccia. In realtà la richiesta della Comunità europea all’Agenzia cade in un periodo in cui l’Unione europea risulta già impegnata nell’eliminare gradualmente l’uso di munizioni in piombo nelle zone umide. Ci si concentra anche nelle aree non incluse nei sopraccitati siti Zsc e Zps. E naturalmente quest’aspetto sta destando preoccupazione tra i cacciatori.
Munizioni in piombo: criticità sanitarie e ambientali
Nel 2018 l’Echa aveva comunque raccomandato “misure per regolare l’uso delle munizioni al piombo in ambienti terrestri oltre a quelli proposti per le zone umide”. Secondo Face ciò confermerebbe che con ogni probabilità l’Agenzia si esprimerà in modo ancor più restrittivo su questa tematica così delicata.
Sul fatto che il piombo faccia male credo tutti siano d’accordo. Ciò che invece diversifica il mondo scientifico da quello venatorio e delle armi è il reale rischio di contaminazione dei selvatici, dell’uomo e dell’ambiente.
Le criticità sanitarie e ambientali legate all’utilizzo delle munizioni di piombo hanno portato alla definizione dell’accordo internazionale Agreement on the conservation of African-Eurasian migratory waterbirds (Aewa), in cui l’Unione europea è coinvolta, definito nel 1995 e recepito dall’Italia con la legge 66 del 6 febbraio 2006. Questo accordo è volto a tutelare l’avifauna acquatica migratrice e il suo habitat. Il suo contenuto impegna i Paesi contraenti a superare l’uso delle munizioni in piombo per la caccia nelle zone umide nel più breve tempo possibile.
A oggi l’Italia, con il decreto 184 del 17 ottobre 2007, il cosiddetto decreto Pecoraro Scanio, ha attuato tale accordo solo nelle Zps e nelle Zsc. Con lo stesso atto ha stabilito i criteri minimi uniformi per la definizione delle misure di conservazione in tutti questi siti della Rete Natura 2000, tra cui anche il “divieto di utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all’interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d’acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio di 150 metri dalle rive più esterne”.
Quando il piombo è tossico?
Il piombo (simbolo chimico Pb) è una sostanza metallica caratterizzata da un peso elevato e da una notevole malleabilità. La sua densità risulta notevole (11,34 chilogrammi per decimetro cubo), soprattutto se confrontata a quello di altri metalli come il rame (8,96 kg/dm³), il ferro (7,87 kg/dm³) o lo stagno (7,31 kg/dm³). Nello stesso tempo il piombo però è il più tenero tra tutti i metalli pesanti. Lo si può infatti tagliare con una lama o rigarlo con l’unghia. Quando lo si taglia, si presenta di colore brillante biancastro-azzurrognolo, ma tende a scurirsi al contatto con l’aria diventando grigio scuro. A temperatura ambiente si presenta allo stato solido, fonde a 327°C e va in ebollizione a 1.749°C. Possiede inoltre una bassa conducibilità elettrica, mentre risulta molto resistente alla corrosione.
Nella crosta terrestre il piombo si trova all’interno di circa 200 minerali e in particolare nella galena (solfuro di piombo). La si trova prevalentemente in giacimenti di origine termale. La galena ha un elevato tenore di piombo (oltre 86%) e costituisce il minerale più utilizzato dall’uomo a fini estrattivi.
Finché il piombo si trova all’interno dei minerali, non risulta disponibile per gli organismi viventi e pertanto non arreca alcun impatto negativo su di loro e, più in generale, sull’ambiente. Il problema sorge quando i minerali si alterano in presenza dell’ossigeno e dell’acqua, liberando piombo in forma ionica. Andando in soluzione, cosa che comunque avviene con difficoltà, può essere assorbito dalle radici delle piante e dalla microfauna che vive nel terreno.
25 secoli di conoscenze sulle munizioni in piombo
Nel tempo, l’uomo ha estratto grandissime quantità di piombo dalle rocce e lo ha utilizzato in molti contesti. Ciò ha determinato l’accumulo di enormi quantitativi di detriti e scarti minerari che, entrando in contatto con gli agenti atmosferici, hanno portato alla dispersione di rilevanti quantità di piombo nel suolo e nell’acqua. Questo processo sta peraltro continuando. Ulteriori forme di inquinamento da piombo sono legate all’industria metallurgica, alle acque di scolo delle discariche, all’impiego di vernici e di munizioni per la caccia e il tiro a volo. Per queste ragioni, ma soprattutto per l’utilizzo dei composti di piombo come antidetonanti nelle benzine, attualmente in molte zone del mondo si registrano concentrazioni di piombo molto più elevate rispetto ai valori naturali che invece risultano essere comunque molto bassi.
Sin dall’antichità l’uomo ha utilizzato il piombo in molti modi e ciò grazie alle sue caratteristiche di malleabilità, benché gli effetti più gravi sulla salute (saturnismo) fossero noti da più di 2.500 anni. Più che per la produzione di monete, il piombo è stato impiegato per la realizzazione di piombi, gettoni e sigilli. Sin dal tempo dei Romani, nel campo dell’edilizia serviva per produrre condutture dell’acqua, valvole idrauliche o per la copertura dei tetti delle case, grondai, pozzi neri, per foderare cisterne, vasche e pavimenti di ambienti termali. Durante gli scavi archeologici sono stati rinvenuti giocattoli realizzati in piombo, ma anche vasellame e arredi. Il piombo era presente anche nell’alimentazione e nella cosmesi. Già nel I secolo d.C. era stato osservato uno stretto collegamento tra consumo di prodotti contenenti piombo e sintomi come mal di testa, nausea e dolore di stomaco.
Piombo: le conseguenze sulla salute
La consapevolezza della gravità del rischio dovuto a lunghe esposizioni a basse dosi è tuttavia maturata solo da pochi decenni. Proprio per questo l’utilizzo di questo metallo è continuato sino a pochi anni fa. In epoca recente il piombo è stato usato soprattutto per la realizzazione di batterie e accumulatori, tubazioni, giocattoli, pesi per l’equilibratura delle ruote, sigilli, pesi per la pesca, munizioni, schermature per le radiazioni ionizzati (raggi X), oltre che come antidetonante nelle benzine e come componente nelle vernici, negli inchiostri e nelle leghe utilizzate per le saldature. In questi anni molti Paesi hanno adottato limitazioni al suo uso, a partire dal divieto delle vernici al piombo all’interno delle abilitazioni a causa della sua tossicità soprattutto per i bambini che più facilmente possono entrare in contatto a causa della formazione di polveri.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2017 l’esposizione al piombo contenuto soprattutto nelle vernici avrebbe provocato la morte di 1,06 milioni di persone. 24,4 milioni sarebbero gli anni persi a causa di disabilità e morte dovute agli effetti a lungo termine sulla salute. Il dato risente soprattutto di quanto accade nei Paesi in via di sviluppo, anche se oggi sono disponibili alternative non pericolose per la salute.
Piombo: divieti crescenti
Contemporaneamente si è tuttavia assistito alla diffusione della benzina arricchita con piombo tetraetile come antidetonante. Il suo utilizzo ha raggiunto la massima espansione negli anni Settanta. Il suo utilizzo è stato completamente vietato all’inizio degli anni Novanta. L’eliminazione del piombo nei carburanti e la sostituzione con la benzina verde hanno portato a un significativo decremento della sua concentrazione media nel sangue umano. Il bando dei prodotti contenenti piombo è proseguito negli anni. Ha interessato quindi la costruzione e la demolizione di autoveicoli, di apparecchiature elettriche ed elettroniche. In alcuni Paesi (Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti) ha riguardato anche i pesi da pesca.
Gli effetti del piombo sulla salute sono noti sin dall’antichità, anche se limitatamente alle lunghe esposizioni e per un breve periodo. È il caso dell’inalazione di polveri in grandi quantità, che possono determinare un’intossicazione cronica fino a causare coma e morte. Meno conosciuti, per non dire addirittura sconosciuti, sono stati per lungo tempo gli effetti causati da un’esposizione protratta per mesi o anni. Anche in questo caso i danni possono essere rilevanti anche se non sempre si manifestano sintomi evidenti.
Avvelenamento da piombo
Nell’organismo, il piombo è in grado di penetrare nelle cellule causando disordini metabolici. Può dunque incidere sull’apparato nervoso, respiratorio, escretore, digerente, circolatorio ed endocrino, oltre a determinare l’insorgenza del cancro. Sin dai tempi antichi l’avvelenamento da piombo è conosciuto con il termine di saturnismo.
Dovuta a una forte esposizione per un breve periodo, l’intossicazione acuta da piombo si manifesta con coliche addominali, affaticamento, anemia, disturbi a livello del sistema nervoso centrale. Nei casi estremi può portare a coma, convulsioni e alterazioni permanenti neurologiche e del comportamento. L’intossicazione cronica si presenta invece con sintomi subdoli e comuni in moltissime altre patologie. Causa infatti anemia, debolezza, alta pressione, affaticamento, alterazioni del funzionamento dell’intestino e del sistema nervoso centrale. L’accertamento del saturnismo risulta quindi difficoltoso e può avvenire solo attraverso il rilevamento nel sangue di elevate concentrazioni di piombo.
Saturnismo
Il piombo può essere assorbito per inalazione, contatto con la pelle e ingestione. Nei primi due casi passa direttamente nel sangue, mentre nell’ultimo viene eliminato in parte con le feci. Attraverso il sistema circolatorio il piombo penetra nei diversi tessuti e nei diversi organi, soprattutto nel fegato, nei reni e nelle ossa. In queste ultime si accumula gradualmente nel corso della vita (bioaccumulo). Nell’uomo, ma anche nei predatori (uccelli e mammiferi) il piombo viene ingerito anche attraverso il consumo di carne contenenti pallini o palle a base di piombo. Gli uccelli acquatici invece ingeriscono accidentalmente il piombo, al posto dei sassolini presenti sul fondale della zona umida.
Negli animali affetti da saturnismo si assiste a un progressivo calo delle prestazioni con conseguente aumento degli eventi traumatici fatali. Sono determinati soprattutto da impatti con veicoli, vetrate, cavi sospesi, pale eoliche, della possibilità di essere predati da parte dei cacciatori, ma anche della formazione di tumori e di altre patologie debilitanti. Tutto ciò incide naturalmente sulla sopravvivenza e sulla capacità e resa riproduttiva. Inevitabili le ripercussioni sulle dinamiche di popolazione e sulle consistenze animali.