L’europarlamentare Pietro Fiocchi chiarisce la propria posizione sull’utilizzo delle munizioni in piombo nelle zone umide e sulle conseguenze di un eventuale divieto generalizzato.
I cacciatori non sono contrari a vietare le munizioni in piombo nelle zone umide. Sono contrari a una definizione vaga e ampia di zone umide. Lo spiega Pietro Fiocchi, europarlamentare di Fratelli d’Italia (Conservatori e riformisti), in commissione Ambiente. «Si obbligano i cacciatori ad andare in giro col Gps per capire se siano all’interno o all’esterno delle zone umide».
No netto invece a un eventuale divieto generalizzato. Le conseguenze si risentirebbero soprattutto nell’area mediterranea e tra i cacciatori meno abbienti. Sarebbe colpito, sostiene Fiocchi, circa un milione di cacciatori che vivranno il bando delle munizioni in piombo semplicemente come un’imposizione di Bruxelles. Bisogna prendere esempio dagli Stati Uniti: «pratici e pragmatici, hanno deciso che non si può usare il piombo per cacciare oche e anatre». E stop.
Fiocchi ritiene infine che il pil continentale si ridurrebbe del 2,2,-2,3% se l’Europa vietasse l’utilizzo di munizioni in piombo. Le industrie sarebbero forzate a trasferire la produzione in Turchia, Nord Africa e Stati Uniti. Inevitabile la conseguente perdita di posti di lavoro.
Sulla pagina Facebook di Pietro Fiocchi è possibile guardare il video dell’intervento completo sottotitolato in italiano.
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