Anpam e Cncn chiedono azioni urgenti contro le possibili restrizioni all’uso di munizioni in piombo nelle zone umide.
Il divieto di utilizzare munizioni in piombo nelle zone umide danneggerà il comparto e avrà “inevitabili ricadute economiche e occupazionali”. Ne sono convinti Anpam e Cncn che, dopo il convegno virtuale promosso da Afems, Face, Ieacs, Saami e Wfsa, chiedono che le associazioni e le aziende europee del settore diano vita a un coordinamento strutturato per dialogare a fondo con i 27 dell’Unione.
Nel mese di luglio infatti l’Europa si pronuncerà sulle possibili restrizioni all’uso di cartucce in piombo nelle zone umide. È dunque necessaria “la collaborazione di tutti gli attori del sistema” perché si possa entrare in contatto con i giusti interlocutori nazionali.
Sono soprattutto tre gli aspetti critici della proposta europea: la definizione di zona umida, la definizione di possesso di munizione (i cacciatori potrebbero rischiare anche col semplice trasporto in una zona vietata), la creazione di un cuscinetto di 400 metri all’esterno delle zone umide.
Dopo il rinvio di novembre, la Commissione europea avrebbe dovuto pronunciarsi a febbraio. Evidentemente altre priorità hanno preso il sopravvento. Ma ora che il dramma sanitario sembra sotto controllo, la questione munizioni e zone umide torna in primo piano.
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