Nell’ordine del giorno della riunione del governo non compare nessun accenno alle munizioni in piombo.
A meno di sorprese al momento impronosticabili oltre che inverosimili, il consiglio dei ministri convocato a mezzogiorno e mezzo non discuterà del divieto d’usare le munizioni in piombo nelle zone umide e delle relative sanzioni, né valuterà se approvare un decreto legge sulla vicenda; il tema non compare infatti all’ordine del giorno diffuso dall’ufficio stampa del governo.
Nell’incontro d’inizio settimana la cabina di regia delle associazioni venatorie aveva chiesto con urgenza un intervento legislativo; e l’urgenza è aumentata nelle ultime ore, dopo che il Tar del Lazio ha sostanzialmente detto che la circolare interministeriale Agricoltura-Ambiente è inefficace nei passaggi in cui entra in contrasto col regolamento europeo, di per sé automaticamente in vigore.
L’unico spiraglio resta nello spazio creato dalla consueta etichetta generica «varie ed eventuali» da discutere in chiusura di seduta; ma un decreto legge, soprattutto se reso necessario da una sentenza della magistratura e verosimilmente a rischio procedura d’infrazione comunitaria, richiede un gran lavoro preparatorio; e il fatto che alla vigilia dal governo niente sia filtrato (del pacchetto sicurezza si sanno invece quasi tutti i dettagli) rende la discussione molto improbabile.
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