Slitta il primo voto sul divieto di utilizzare munizioni in piombo nelle zone umide.
Ci sarà da attendere perlomeno settembre per capire che ne sarà delle munizioni in piombo nelle zone umide. Le istituzioni europee provano dunque a prendere altro tempo su una vicenda che spacca in due il continente ormai da un anno. Lettonia, Estonia, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Finlandia e Malta sono orientate a non facilitare il percorso del provvedimento.
Bisogna però capire che succederà in Germania. Diversi retroscena alimentati dai gruppi di opposizione suggeriscono che alla fine il governo tedesco acconsentirà al divieto, a patto che il ritardo sull’entrata in vigore salga da 24 a 36 mesi. «Di fatto» commenta Marco Dreosto, vicepresidente leghista dell’Intergruppo Biodiversità, caccia e ruralità «la decisione slitterebbe di circa due mesi, ma l’esito non sembra discostarsi troppo dalla linea della Commissione». Niente però è ancora definito.
Oltre alla durata del periodo di transizione, sono tre i punti critici della proposta base: l’introduzione di aree tampone intorno alle zone umide, l’ampia e troppo complessa definizione di zona umida, la vaga formulazione del divieto.
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