Dopo averne accantonati 165, la commissione Agricoltura della Camera ha respinto 192 emendamenti al ddl di modifica della legge sulla caccia.
Sono sufficienti i numeri per capire che quella di ieri è stata una seduta noiosissima: nelle due ore e un quarto in cui si è riunita, la commissione Agricoltura della Camera ha esaminato 357 emendamenti al ddl di modifica della legge sulla caccia presentato dal leghista Francesco Bruzzone.
Non ne ha accolto nessuno: 165 li ha accantonati, 192 respinti; tra questi anche quelli sui topi, le talpe, i ratti, le nutrie e le arvicole. La mole di emendamenti è un segno chiaro del modo in cui le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle, intendono affrontare la discussione: ostruzionismo totale.
Le opposizioni fanno ostruzionismo
In apertura di seduta Alessandro Caramiello ha spiegato perché: «Allargando le maglie dell’attività venatoria», la proposta di legge Bruzzone («anacronistica: dal 1992 [si è registrata] un’inversione di tendenza che ha visto la forte diminuzione delle licenze») si muove «in una direzione completamente opposta rispetto a quella indicata dalla Commissione europea», che contro l’Italia ha già avviato due procedure d’infrazione.
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