L’Arcicaccia analizza nel dettaglio i possibili punti critici del ddl di modifica della legge quadro sulla caccia.
A differenza della Federcaccia che predica prudenza ma ancora non s’è espressa sui singoli punti, l’Arcicaccia ha commentato nel dettaglio il ddl di modifica della legge quadro sulla caccia presentato dal deputato leghista Francesco Bruzzone.
Un paio di proposte sono positive: l’Arcicaccia condivide sia l’abolizione delle opzioni di caccia in via esclusiva sia la validità nazionale delle abilitazioni venatorie, senza bisogno delle equipollenze («la sburocratizzazione farebbe risparmiare tempo e denaro ai cacciatori e alle pubbliche amministrazioni»).
Ma sono ben di più i passaggi problematici: per l’Arcicaccia innanzitutto non è una priorità abolire i giorni di silenzio venatorio e modificare il numero delle giornate di caccia, «non fosse altro che per ragioni di etica», soprattutto se si ha a cuore la corretta gestione della selvaggina stanziale, e per non esporre il mondo venatorio a campagne che ne peggiorano sensibilmente l’immagine per la società civile.
Una serie di perplessità
L’Arcicaccia esprime inoltre le proprie perplessità anche sulla modifica della disciplina della fauna d’allevamento (lo scopo è chiaro, «ma non siamo convinti della forma» che potrebbe provocare problemi), sul trasferimento dei calendari venatori da una delibera di giunta a una legge regionale e sulla volontà d’aggirare il parere dell’Ispra, sostituito da osservatori regionali e università. È infine fondamentale prestare attenzione al modo in cui s’intende stabilire il carniere stagionale, suscettibile di ricorso e soprattutto legato a forme di monitoraggio degli abbattimenti in tempo reale.
L’Arcicaccia ha inviato queste osservazioni alla cabina di regia del mondo venatorio (non ne ha firmato l’ultima nota, quella sulla procedura d’infrazione comunitaria) e le ha espresse nel corso dell’audizione tenuta in commissione Agricoltura alla Camera.
«Di riforme affrettate» si chiude la nota «non sostenute da un confronto serio e da contenuti tecnico-giuridici robusti e approfonditi, e che generano reazioni forti anche all’interno della maggioranza che le propone» esiste un lungo elenco, che negli anni ha portato a confronti serrati nelle aule di giustizia; per evitarne altri e avviare «un confronto autentico» l’Arcicaccia si mette dunque a disposizione delle forze politiche.
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