Christian Maffei, presidente nazionale dell’Arcicaccia, evidenzia l’impatto reale della modifica alla legge sulla caccia al momento in discussione.
La modifica alla legge sulla caccia introdotta nella sessione di bilancio «ricalca la modalità con cui già oggi s’effettuano i piani di controllo in molte regioni italiane». Ricordando quale sia l’impatto reale dell’emendamento Foti, il presidente nazionale Arcicaccia Christian Maffei tenta di riportare la discussione nel perimetro che avrebbe dovuto delimitarla sin dall’inizio. Già la vecchia formulazione dell’articolo 19 della 157/92 consente infatti di attivare i piani di controllo sia nelle zone urbane sia nelle aree protette; e l’intervento dei cacciatori abilitati «è un esempio di volontariato di pubblica utilità», dovuto alla carenza di uomini e di mezzi nell’amministrazione statale.
A chi fa polemica sugli abbattimenti Maffei ricorda che anche le eventuali operazioni di cattura devono chiudersi così; è infatti impossibile «trovare aree dove liberare [esemplari di specie] già abbondanti, che creano danni enormi all’agricoltura, alle altre specie e al patrimonio forestale».
Per identificare i motivi di uno scontro così feroce bisogna dunque interrogarsi sull’identità di coloro che traggono vantaggio da questo clima di tensione; «di sicuro non ne gioveranno i cacciatori, strumentalizzati come i cinghiali».
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