Michele Sorrenti commenta i dati sulla migrazione del tordo bottaccio resi possibili dall’impiego della telemetria satellitare.
Dei tredici soggetti marcati nello scorso dicembre, sei nelle Marche e sette in Sardegna, sono disponibili i dati di migrazione di undici: lo ha detto Michele Sorrenti, coordinatore dell’Ufficio studi e ricerche della Federcaccia, in un video in cui analizza le informazioni ricavate dall’impiego della telemetria satellitare, utile per approfondire date e areale di destinazione del tordo bottaccio.
Anche se all’appello mancano due tordi (uno potrebbe essere morto: il dispositivo sta ancora trasmettendo dal Parco del Conero; un altro è sicuramente partito dalla Sardegna, ma non si riesce a localizzarlo con precisione), la Federcaccia si dice soddisfatta per «un ottimo risultato in termini sia di efficienza dei dispositivi, sia di tollerabilità da parte degli animali marcati»: s’è visto infatti che la metodologia di legatura rende possibili sia la sopravvivenza sia la migrazione, «senza interferire in modo significativo».
I tordi hanno raggiunto i luoghi di riproduzione, collocati in un areale molto ampio che s’estende dalla Croazia alla Russia, compresa la zona di Mosca (si registrano presenze anche in Bosnia, in Polonia, in Bielorussia).
È il terzo anno di lavoro con la telemetria satellitare. Sorrenti sottolinea che lo studio conferma l’assenza di spostamenti in gennaio: i tordi marcati hanno cominciato a migrare tra fine febbraio e inizio marzo; la Federcaccia renderà disponibili questi dati alle Regioni, per tentare d’incidere sui calendari venatori 2024/2025.
Ps. Suggerimento alla Federcaccia: revisionare i sottotitoli, considerato che all’inizio del video il tordo bottaccio diventa «bottaggio», e «un areale» diventa «una reale».
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