I vertici delle associazioni nazionali sono intervenuti alla manifestazione dei cacciatori a Milano. Per Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, non si tratta soltanto di una battaglia locale.
«La battaglia della Lombardia è la battaglia di tutti i cacciatori»: così si è espresso Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, durante la manifestazione dei cacciatori a Milano. «Se vinciamo qui, riusciamo a vincere in tutta l’Italia». È uno dei passaggi più politicamente densi dell’evento che ha visto più di mille cacciatori, gilet alta visibilità la divisa, radunarsi sotto il Pirellone.
Il movimento Io sono cacciatore ha organizzato la manifestazione, cui hanno aderito anche le associazioni nazionali riunite nella cabina di regia, per protestare contro le scelte della Regione che prima si è resa vulnerabile al ricorso contro il calendario venatorio e dopo la sospensione ha deciso di riavviare la stagione con una settimana di ritardo. Per Buconi però «il problema non è il funzionario» materialmente responsabile delle delibere incriminate; il problema è «la politica che dà la linea». Se l’esito è questo, bisogna che i politici smettano di raccontarsi amici della caccia. «Preferisco un nemico intelligente con cui posso confrontarmi» chiude Buconi «a un amico presuntuoso».
Per Lorenzo Bertacchi, presidente regionale Federcaccia, la manifestazione del 1° ottobre è «un primo passo verso l’unità dei cacciatori»; la speranza è riuscire in qualche modo a costruire «un’associazione unica». Negli ultimi giorni si registra un certo attrito tra i cacciatori lombardi e i vertici delle associazioni regionali, considerate troppo deboli dinanzi all’uragano di fine settembre.
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