Il consiglio regionale ha votato gli emendamenti che ritoccano la legge sulla caccia in Piemonte. Si va verso l’approvazione definitiva del collegato alla legge di stabilità 2020.
Sotto la mannaia finiscono ovviamente moriglione e pavoncella e poi mestolone, porciglione, frullino, combattente, merlo e lepre variabile: sono queste le otto specie sacrificate sull’altare del compromesso, necessario per porre fine all’ostruzionismo che impediva di modificare la legge sulla caccia in Piemonte. L’accordo tra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni ha stralciato queste otto specie dall’elenco delle quindici che originariamente sarebbero dovute tornare cacciabili. Una volta approvato il ddl 83/2020, su cui il consiglio sta ancora votando, potrà dunque riaprire la caccia a fischione, canapiglia, codone, marzaiola, folaga, allodola e pernice bianca.
Non è l’unico compromesso. Rispetto all’idea originaria, da due ore prima dell’alba a due dopo il tramonto, l’orario per la caccia di selezione si riduce della metà, un’ora al mattino e una la sera.
Gli emendamenti approvati concedono però qualcosa anche ai cacciatori. Ok innanzitutto all’emendamento Leone (Lega) che autorizza la caccia nelle ultime due domeniche di settembre. E l’attestato di partecipazione alla prova di tiro sarà valido cinque anni, come il porto d’armi. Previsto infine l’obbligo di abbigliamento ad alta visibilità anche per le attività di controllo.
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