La ricerca Nomisma commissionata dalla Federcaccia consente di scoprire quali informazioni sulla caccia siano le più ignote all’opinione pubblica.
Meno di un italiano su sei (o quantomeno meno di un italiano su sei nel campione analizzato, che però è adeguatamente rappresentativo) sa che in Italia si possono cacciare gli uccelli migratori: tra le informazioni sulla caccia meno conosciute evidenziate dalla ricerca Nomisma per la Federcaccia (è quella sul valore economico del settore e sul modo in cui l’opinione pubblica lo percepisce) c’è, abbastanza sorprendentemente, questa sulla quale s’è espresso correttamente solo il 15%.
Al secondo posto c’è l’articolo 842 del codice civile, quello che ai cacciatori consente l’accesso ai fondi privati: solo il 22% ne conosce l’esistenza. Va poco meglio alla possibilità di cacciare le specie che non riescono ad autoregolare la propria numerosità (29%) e di eseguire operazioni di controllo faunistico nei parchi e nelle aree protette (33%). Soltanto il 37% degli italiani infine sa che per ottenere la licenza si debba sostenere un esame su zoologia, normativa, armi, balistica e primo soccorso; si capisce un po’ meglio come mai l’immagine del cacciatore nella società (non però quella della caccia) non sia granché positiva. Colpa di chi non s’informa? O colpa di chi non riesce a farsi conoscere davvero?
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