L’Arcicaccia critica lo studio dell’Ispra sui valichi montani in Lombardia

L’Arcicaccia critica lo studio dell’Ispra sui valichi montani in Lombardia: beccaccia
© Greens and Blues / shutterstock

Per l’Arcicaccia lo studio dell’Ispra non identifica correttamente i valichi montani della Lombardia interessati dalle rotte migratorie, e dunque da sottoporre a tutela.

Analizza non i flussi migratori, ma la presenza della fauna; e ha più valore storico che attuale: sono due i punti chiave su cui s’innestano le critiche rivolte dall’Arcicaccia all’Ispra che, su mandato del Tar della Lombardia, ha identificato i valichi montani in prossimità dei quali imporre il divieto di caccia.

Per l’Arcicaccia l’elenco finale «contiene una serie di conclusioni errate, fuorvianti e di parte, iniziando dalla metodologia adottata che non può certo essere definita scientifica»; l’Ispra, si legge, «non si limita ad analizzare dati oggettivi e realmente documentati, ma formula considerazioni estranee al suo [compito]».

A ciò bisogna aggiungere una possibile contraddizione: se l’Ispra si assume il ruolo «di tutore degli uccelli migratori, com’è possibile che il suo studio analizzi esclusivamente la Lombardia, come se fosse la porta d’ingresso di tutti gli uccelli che transitano in Italia, e non tutte le regioni?». All’Arcicaccia resta il dubbio che più che di uno studio scientifico si tratti del tentativo di ricercare «motivazioni ulteriori per rendere la vita difficile» a tutti i cacciatori.

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