Vogliamo portare alcuni concetti base che si apprendono sui campi di tiro direttamente nella nostra amatissima attività venatoria. Questo perché, per quanto tiro e caccia siano due attività differenti, nel momento in cui andremo a premere il grilletto per concretizzare la nostra azione di caccia ci trasformeremo in tiratori. Perché il gesto è e rimane quello: indirizzare un colpo che sia il più preciso possibile verso il nostro bersaglio. Poi, che sia un selvatico o un bersaglio poco conta. Sarà nostro dovere farlo nel miglior modo possibile. Anzi, in realtà ha molte più responsabilità un tiro rivolto a un selvatico piuttosto che uno indirizzato a un pezzo di carta, quindi sarebbe ancora più corretto prepararsi con tutti i crismi della regola prima di un’uscita di caccia piuttosto che di una gara.
Entrando nel vivo della questione, l’argomento più importante di tutti non può che essere rappresentato dalla sicurezza.
Non dimentichiamoci due premesse fondamentali. Prima di tutto, almeno nel 99,999% dei casi (e aggiungo fortunatamente) si maneggiano delle armi per puro piacere personale, non per obblighi, doveri o mandati divini. Perché rimanga tale, non deve succedere nulla di sgradevole, spiacevole o pericoloso. In secondo luogo, non bisogna mai dimenticarsi che le armi sono strumenti potenzialmente pericolosi. La definizione fisica di un’arma da fuoco è “macchina termobalistica”, cioè un attrezzo con componenti meccaniche in movimento (macchina) che grazie a una combustione (termo-) lancia un proietto alla maggior velocità possibile (-balistica). Dal punto di vista funzionale un’arma è sterile e anaffettiva come la sua definizione: a lei non interessa che il proietto sia indirizzato a un bersaglio, a un animale o a un essere umano che passa erroneamente per la sua traiettoria. Il vantaggio però è che risponde perfettamente ai nostri comandi, quindi sarà nostra responsabilità comportarci correttamente perché nulla di male avvenga.
Pensarci prima
Affinché tutto vada bene, dovremo badare a quella che si è soliti definire sicurezza preventiva, attiva e passiva. La sicurezza preventiva riguarda tutti gli atteggiamenti da tenere prima ancora che l’azione di tiro entri nel vivo. Per esempio è importante controllare che la canna sia libera da ostruzioni prima di caricarla: potrebbe rimanere nell’anima dello sporco oppure un pezzo di pezzuola dopo la pulizia, oppure ancora degli insetti. Questi sono incidenti che in una carabina ad anima rigata possono creare di solito solo qualche seccatura, ma che si possono rivelare molto problematici e pericolosi in un’arma a canna liscia, progettata per resistere a pressioni di esercizio decisamente di molto inferiori. Altro fattore fondamentale è rappresentato dal caricare l’arma tenendo la volata sempre in direzione sicura che, solitamente, vuol dire verso il basso, in modo da non dover fare i conti con la gittata della palla che per le armi rigate vuol dire qualche chilometro. Ovviamente ogni azione va contestualizzata: se ci trovassimo a caricare la carabina su una pietraia, ci converrà trovare una soluzione differente. Altra cosa importante è stabilire quando sia corretto caricare l’arma. Per spiegarci meglio: se stiamo per addentrarci in un bosco alla cerca di un selvatico (condizione classica nella caccia al capriolo, per esempio), chiaramente dovremo avere la carabina carica e in sicura. Ma se siamo a caccia di camosci e dovremo percorrere un’oretta di cammino per raggiungere la zona di caccia che ci interessa, allora sarà inutile avere il colpo in canna durante lo spostamento. Inoltre, anche se l’arma fosse carica perché la situazione lo richiede, nel caso in cui dovessimo affrontare un passaggio difficile e potenzialmente pericoloso è decisamente meglio scaricare l’arma; o, anche più semplicemente, è lo stesso per salire e scendere dall’altana.
La cosiddetta sicurezza attiva ha a che fare con tutte quelle tecniche da mettere in pratica quando l’azione è nel pieno dello svolgimento. Uno dei temi principali è rappresentato della gestione dell’arma prima del tiro: soprattutto, non bisogna mai puntare l’arma fino a che non è stato individuato un bersaglio, così come non si deve mai appoggiare il dito sul grilletto fino a che non abbiamo realmente intenzione di sparare. Quest’ultimo aspetto è fondamentale, soprattutto nelle cacce dinamiche, quindi la cerca, in cui ci muoviamo noi, e le battute, in cui si muove il bersaglio: dover spostare il dito dalla guardia del grilletto al grilletto vero e proprio richiede una perdita di tempo infinitesimale, ma interpone un ulteriore passaggio cognitivo, cioè un ragionamento, predisponendoci così alla valutazione del selvatico prima del suo abbattimento. Avere il dito sul grilletto invece lascia solo spazio al nostro istinto e alla prima contrazione partirà il colpo, che potrebbe essere indirizzato al selvatico sbagliato o, peggio, nella direzione sbagliata. Si tenga presente un dato, per quanto non si ami mischiare il mondo militare con quello civile: tutte le forze dell’ordine seriamente operative sono addestrate a tenere questo atteggiamento come un mantra. Ora, se a questo sistema ci si affida anche chi rischia la propria pelle, non si vede perché non dovremmo assumerlo noi cacciatori.
Sicura e sicurezza
La cosiddetta sicurezza passiva riguarda invece i sistemi meccanici dell’arma per impedirne lo sparo, detti semplicemente sicura. Si dividono essenzialmente in tre tipi fondamentali: allo scatto, al percussore e handspannung. Le prime sono le più diffuse ed economiche, ma anche meno efficaci. La sicurezza del sistema viene infatti garantita solo dall’inibizione del pacchetto di scatto: in caso di un urto violento, il percussore potrebbe sganciarsi e, percuotendo l’innesco, far partire il colpo. Quelle al percussore sono invece le classiche sicure a bandiera Mauser o la sua versione orizzontale e più confortevole nell’utilizzo di un’ottica, ossia la tre posizioni Winchester. In pratica, quando sono inserite, hanno un componente meccanico che intercetta solidamente il percussore carico dell’arma, inibendone fisicamente la corsa: in questo modo, per quanto possa essere violento un urto, non vi sarà possibilità alcuna che l’innesco venga battuto dallo spillo.
Il sistema considerato maggiormente sicuro è però quello dell’handspannung, in cui il cursore della sicura in realtà è il sistema di armamento vero e proprio del percussore, la cui molla rimane scarica fino all’inserimento. Di fatto quindi, nonostante il colpo in canna, il sistema d’arma in realtà non è innescato e quindi è del tutto innocuo. Non è particolarmente diffusa in quanto non semplicissima nella realizzazione: è piuttosto comune sui basculanti, per i quali è nata nei primi decenni del Novecento e dove arma le batterie, ma da parecchi anni è disponibile su alcune bolt action tedesche.
Per quello che riguarda la gestione di tutte le procedure di sicurezza, bisogna considerarle come tali: delle procedure. Questo sottintende che vanno applicate sempre, in maniera pedissequa, senza pensarci e, soprattutto, sempre. Questo affinché si riesca a interiorizzare questi processi per eseguirli con un naturale automatismo.
In questo modo li eseguiremo nelle normali condizioni di poligono come in quelle di maggiore stress, cioè durante un’azione di caccia.
I rimbalzi
Uno dei temi più preoccupanti è quello dei rimbalzi. Purtroppo le munizioni a palla, nonostante la stabilizzazione dovuta all’effetto giroscopico, hanno la tendenza a rimbalzare, sempre e tutte, anche con angoli di impatto piuttosto ridotti e su terreno molle. Questo indipendentemente dal tipo di proiettile utilizzato: quelli più robusti, bonded e monolitici, tendono a generare un rimbalzo più pericoloso per via della conservazione del peso rispetto a quelli frangibili che però, avendo maggiore deformazione, hanno angoli leggermente più aperti. In questo scenario, l’unica reale soluzione è quella di sparare solo quando siamo sicuri di ciò che c’è dietro al bersaglio, non solo per il punto di impatto della palla, ma anche dello sfogo del suo rimbalzo.
L’osservazione degli inneschi
Per quanto non sia un sistema assoluto, l’osservazione degli inneschi è importante per ottenere un’indicazione delle pressioni delle nostre munizioni, in particolare se ricaricate. Vedere inneschi eccessivamente appiattiti, craterizzati o comunque molto segnati è indice di pressioni elevate. L’ultimo stadio è quello dell’innesco che fuoriesce: bisogna fermarsi e scendere pesantemente con la dose o addirittura cambiare.