Nel programma di Verdi-Sinistra per le elezioni europee 2024 trova spazio la proposta di proibire la caccia; e Bonelli rilancia l’idea di un referendum.
La sensazione di déjà-vu è giustificata: la proibizione generale della caccia (allora fu «l’abolizione») era già uno dei cardini del programma di Verdi-Sinistra per le elezioni politiche del 2022, malamente perse; ora ritorna in quello per le europee 2024, in vista delle quali s’accompagna a «una stretta sul commercio e sulla detenzione di animali esotici» (peraltro di questo tema sta già discutendo il parlamento italiano, imbeccato da una proposta del Movimento 5 Stelle).
Ma evidentemente Angelo Bonelli, leader dei Verdi, sa che gli equilibri della democrazia rappresentativa non lo consentirebbero. Pertanto, usando come pretesto il paragrafo del decreto agricoltura che a tutte le associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale consente di prender parte alle operazioni di vigilanza («Il far west contro gli animali!», un favore ai cacciatori «odiatori seriali della natura»), rilancia l’idea di chiedere la convocazione di un referendum, mossa già fallita due volte negli ultimi due anni.
L’astio contro il mondo della caccia emerge anche dalla vignetta di Vauro pubblicata a corredo della dichiarazione: è la solita, greve, quella che raffigura un cacciatore con i pantaloni bruciacchiati e l’invito «Se vi piace sparare agli uccelli, sparate al vostro».
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.