Nella stagione in corso l’emendamento della legge sulla caccia, che modifica la disciplina dei calendari venatori, non può applicarsi alla situazione delle Marche.
Gli organi di giustizia amministrativa hanno «già precedentemente pronunciato [una] sentenza di merito»: pertanto la nuova legge sui calendari venatori, che in caso di sospensione cautelare dispone che tornino in vigore quelli dell’anno precedente, non è applicabile; lo chiarisce una nota della giunta regionale, che dopo aver chiesto un parere all’avvocatura ha ottemperato alla decisione del Tar anticipando la chiusura della caccia a beccaccia (30 dicembre), cesena, tordo bottaccio e tordo sassello (9 gennaio).
Per l’Arcicaccia delle Marche questa decisione «conferma la totale strumentalità» dell’emendamento, «tanto osannato da associazioni venatorie e fondazioni», approvato dal parlamento nazionale durante l’esame della legge di bilancio; negli scorsi giorni Osvaldo Veneziano e Gabriele Sperandio avevano già espresso pubblicamente le proprie riserve.
Anziché fissare date di chiusura impugnabili perché troppo avanzate, l’Arcicaccia delle Marche ritiene che sarebbe stato meglio «applicare le normative nazionali ed europee, e tenere sempre nel conto [dovuto] il parere dell’Ispra. Il mondo venatorio» si chiude retoricamente la nota «capirà [che è il momento] di chiudere la stagione delle ambiguità?».
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