Paolo Sparvoli, presidente della Libera Caccia, ritiene inaccettabile il modo in cui sabato scorso Indovina chi viene a cena (Rai 3) ha raccontato la caccia e i cacciatori.
Non è la prima volta che Indovina chi viene a cena, programma di Rai 3, attacca strumentalmente i cacciatori, ma per la Libera Caccia bisogna che sia l’ultima. Per il suo presidente nazionale Paolo Sparvoli è infatti inaccettabile il modo in cui nella trasmissione di domenica scorsa (teoricamente neutro il tema, l’ambiente e gli ecosistemi) si è raccontata la caccia.
La conduttrice Sabina Giannini ha detto infatti che è colpa dei cacciatori se in Italia resta bassa la percentuale di territorio protetto; che alla tutela di un bene comune come la fauna selvatica i politici prediligono lo spiedo; che «un esercito di doppiette (sic) massacra i migratori che passano dai nostri valichi»; e che è «incredibile» che in Italia sia possibile impiegare i richiami vivi. Il servizio in cui accompagna i carabinieri del Soarda nella perquisizione di un capannone non aiuta certo a far chiarezza e a distinguere tra pratiche lecite e illecite.
Per Sparvoli è inaccettabile che una trasmissione del servizio pubblico «vomiti banalità, accuse e offese contro la caccia e i cacciatori italiani senza neanche uno straccio di contraddittorio», e alimenti «un odio viscerale e puramente ideologico».
Visto che la commissione di vigilanza Rai si dimostra «un carrozzone inutile e dispendioso», per Sparvoli adesso è necessario che intervenga il governo Meloni, «che finora si è dimostrato meno ostile [di altri] nei confronti della caccia praticata nel rispetto della normativa»: è arrivato il momento di porre fine a «questa occupazione del servizio pubblico, pagato anche con i soldi [dei cacciatori], da parte della galassia animalista e anticaccia»
Nel frattempo la Libera Caccia sta valutando se sia possibile portare in tribunale la Rai e la trasmissione.
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