Nei prossimi trenta giorni l’Arcicaccia tenterà di capirne di più sul ruolo della caccia nei programmi elettorali delle diverse forze politiche.
Senza negare la propria matrice progressista, pur non dando indicazioni di voto s’opporrà a Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle che hanno inserito l’abolizione della caccia nei propri programmi elettorali e si confronterà con tutte le forze politiche (ce n’è una in particolare da cui s’attende un segnale) per capire quali siano nel dettaglio le loro idee; e poi renderà pubbliche tutte le risposte che riceverà, così che i cacciatori abbiano a disposizione tutti gli elementi necessari per esprimersi consapevolmente.
Dopo aver deciso di non ha firmare il manifesto e la lettera d’intenti della cabina di regia, l’Arcicaccia entra in questo modo nella campagna elettorale; e annuncia già che, anche se è minima la libertà di scelta che la legge elettorale lascia all’elettore, in ogni collegio darà battaglia contro «i candidati fondamentalisti, ecotalebani», a qualsiasi schieramento appartengano; costoro infatti «non rappresentano la cultura ambientalista, ma sono un pericolo per il territorio agro-silvo-pastorale quanto gli inquinatori e gli speculatori edilizi».
L’Arcicaccia è critica anche sulla posizione della Lega che punta ad aumentare il coinvolgimento del mondo agricolo e rurale nella gestione faunistica; si teme che sia un modo per aumentare l’estensione delle riserve e quindi contrarre la caccia sociale. E proprio sulle riserve arriva l’ultimo attacco. L’Arcicaccia segnala infatti che, legandosi alla Coldiretti per dar vita ad Agrivenatoria biodiversitalia, il Cncn (è oscuro il riferimento alla Federcaccia) s’è alleato con Alfonso Pecoraro Scanio; è infatti lui, storicamente ostile ai cacciatori, il presidente del comitato scientifico della fondazione Campagna amica. Manca esattamente un mese alle elezioni politiche: sarà un mese interessante.
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