C’è poca caccia nei programmi elettorali delle forze politiche che si presentano alle elezioni del 25 settembre 2022: ecco le posizioni.
Non fosse per le due liste che ne chiedono l’abolizione, ci sarebbe decisamente poco posto per la caccia nei programmi elettorali delle forze politiche che il 25 settembre si contenderanno la maggioranza in parlamento.
E se ne capisce il motivo. Uscito a fatica dall’emergenza sanitaria e subito avviluppato nelle conseguenze indirette della guerra a est, il Paese ha altre priorità. Però è bene che i cacciatori sappiano quali siano le posizioni dei partiti che da qui a fine mese combatteranno per ottenere anche il loro voto; scopriremo poi se la caccia sia stata una delle tematiche che condizionano le preferenze, quelle che in gergo gli analisti chiamano faglie (sia lecito dubitare; come ogni gruppo sociale non omogeneo, anche tra i cacciatori ci sono diverse sensibilità politiche).
Nel dettaglio, ci sono due forze politiche che propongono l’abolizione della caccia. Una è il Movimento 5 Stelle che corre da solo e che intende arrivare a quest’obiettivo abrogando l’articolo 842 del codice civile, quello che consente l’accesso ai terreni privati; l’altra è Verdi-Sinistra Italiana, la lista che il Partito democratico ha voluto nella propria coalizione per non scoprirsi a sinistra. Verdi e Sinistra Italiana vogliono inoltre introdurre limiti severi all’importazione dei trofei caccia; incrementare l’estensione delle aree protette; gestire le specie alloctone e invasive esclusivamente con sistemi incruenti.
Elezioni del 25 settembre: le posizioni delle forze politiche
Era lecito attendersi una presa di posizione del Partito democratico, la forza più grande della coalizione di centrosinistra; impegnati a rincorrere i temi di Giorgia Meloni, Letta e i suoi sono però rimasti in silenzio. E in silenzio restano anche le altre due forze della coalizione: non c’è alcun riferimento alla caccia nei programmi elettorali di +Europa (Bonino), che propone solo di impedire il commercio di animali selvatici, e Impegno civico (Di Maio).
Non che vada tanto meglio nella coalizione di centrodestra. C’è poca caccia nel programma elettorale di Fratelli d’Italia che intendono soltanto contrastare la proliferazione delle specie in esubero e potenziare la lotta alla peste suina africana; è un passaggio che li accomuna alla Lega di Matteo Salvini, intenzionata poi a intervenire sulla 157/92 (come però non si sa) e aumentare il coinvolgimento del mondo agricolo e rurale nella gestione faunistica. Scarsi i riferimenti alla caccia anche nel programma elettorale di Forza Italia, che vuole soltanto contrastare i danni provocati dalla selvaggina e dal virus della psa.
In attesa di qualche aggiornamento
Alla fine la lista che tratta la caccia con qualche dettaglio in più è quella che tenta di coprire il centro. Azione e Italia Viva, ossia Renzi e Calenda, ricordano che la fine anticipata della legislatura ha impedito al governo d’approvare il decreto sul cinghiale già concordato con le Regioni; ma si tratta dell’unico strumento che può rendere davvero efficace la gestione faunistica. A ciò devono aggiungersi un incremento dei fondi per risarcire i danni da fauna selvatica e maggiori poteri per il commissario alla peste suina africana.
Da qui al 25 settembre ci sta che la caccia si faccia spazio nella discussione pubblica. Vi aggiorneremo, convinti che qualsiasi voto sia legittimo a patto che sia informato.
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