L’Italcaccia ipotizza un ricorso sul calendario venatorio dell’Abruzzo 2023/2024.
Tra l’apertura rinviata al 1° ottobre per gran parte delle specie e la chiusura anticipata a beccaccia (20 gennaio) e turdidi (10 gennaio), le associazioni venatorie stanno pesantemente criticando il calendario venatorio dell’Abruzzo; lo ha fatto anche l’Italcaccia che in una nota firmata dal suo presidente regionale Francesco Verì segnala un «intento punitivo e persecutorio» nei confronti dei cacciatori, costretti «a un altro anno di delusione, ormai rassegnati e sempre più amareggiati».
Per l’Italcaccia l’assessorato «ha ignorato le osservazioni preliminari delle associazioni venatorie»; anzi, con una «decisione sconcertante» ha «recepito acriticamente il parere dell’Ispra anche nella parte in cui alle valutazioni tecniche ha sostituito considerazioni di merito».
L’Italcaccia non si spiega soprattutto la scelta di posticipare al 1° ottobre l’apertura della caccia anche alle specie stanziali oggetto d’immissione; è quasi inevitabile pensare già a prossime «iniziative giudiziarie».
Si tratta del secondo ricorso annunciato in pochi giorni da un’associazione venatoria; alla fine della scorsa settimana infatti l’Arcicaccia ne ha promesso uno sulla composizione del comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, da cui è rimasta esclusa.
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