La colpa di chi ha sparato resta intatta anche se chi è rimasto vittima di incidenti di caccia aveva abbandonato la posta assegnata.
La colpa di chi ha sparato non viene meno neppure se chi rimane vittima di incidenti di caccia ha messo in atto comportamenti pericolosi quale abbandonare la posta durante una braccata. Lo ha ribadito la quarta sezione penale della Cassazione diffondendo le motivazioni di una sentenza di inizio anno. Pensare di conoscere la posizione effettiva dei compagni di squadra, che si presume non si siano mossi dai posti originariamente assegnati, non solleva “dal dovere di verificarne scrupolosamente l’eventuale presenza”.
L’utilizzo di armi da fuoco è infatti “un’attività pericolosa”. Prima di sparare, i cacciatori devono “accertarsi di avere la sufficiente libertà e sicurezza sul campo di tiro”, per evitare “che altre persone si trovino potenzialmente lungo la traiettoria del proiettile”. Seppur vietato, “l’improvviso spostamento di un altro cacciatore dall’originaria posizione assegnata” non è evento imprevedibile. Pertanto bisogna mettere in atto ogni azione adeguata a evitare conseguenze drammatiche.
In breve
Durante una braccata non si abbandona mai la posta. Ma non viene meno la colpa di chi ha sparato se chi ha abbandonato la posta resta coinvolto in un incidente di caccia.
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