Lorenzo Bertacchi, l’avvocato che rappresenta le associazioni venatorie davanti al Tar della Lombardia, spiega come s’è svolta la discussione sui valichi montani.
Sui valichi montani ormai è necessario un intervento del legislatore nazionale: è netta la posizione di Lorenzo Bertacchi, uno dei due avvocati (l’altro è Pietro Balletti) che rappresentano la Federcaccia (ne è stato anche presidente regionale), l’Anuu migratoristi, la Libera Caccia, l’Enalcaccia, l’Arcicaccia, l’Italcaccia e l’Acl nel contenzioso davanti al Tar della Lombardia, del quale s’attende la sentenza.
Al Tar infatti la Lac ha chiesto d’imporre il divieto di caccia su 475 valichi montani; per Bertacchi si tratta dell’esito «d’una lettura distorta» del documento tecnico dell’Ispra, che ha individuato tutti quelli (quadrati di cinque chilometri per lato) in cui sia plausibile la presenza dei migratori.
Nell’area di 25 chilometri quadrati, spiega Bertacchi, è sufficiente la presenza di un appostamento fisso «per far ricadere il valico tra quelli [d’interesse]»; l’Ispra ha confermato di non aver indagato le rotte di migrazione, ma soltanto la possibile presenza di migratori; per la Lac però tanto basta per chiedere il divieto di caccia.
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