Dopo la sentenza del Tar sono cambiate alcune date di chiusura della caccia in Veneto.
In assenza d’una nuova delibera della giunta (gliel’hanno richiesta le associazioni venatorie riunite nella cabina di regia allargata) o d’una decisione del Consiglio di Stato che ribalti la sentenza del Tar sulle date di chiusura della stagione, sono soltanto otto (beccaccino, fischione, frullino, marzaiola, mestolone, moriglione, porciglione e volpe) le specie alle quali in Veneto si potrà andare a caccia per tutto il mese.
La caccia a cesena, tordo bottaccio e tordo sassello chiuderà infatti il 10 gennaio, a colombaccio, cornacchia grigia e nera, gazza e ghiandaia l’11 (ma lo prevedeva già il calendario nella prima versione), ad alzavola, beccaccia, canapiglia, codone, germano reale, folaga, gallinella d’acqua e moretta il 20.
La richiesta delle altre associazioni venatorie ha peraltro scatenato la reazione dell’Arc il cui presidente, l’europarlamentare Sergio Berlato (avete letto la sua proposta di modifica della legge sulla caccia dopo che Bartolomeo Amidei, come lui di Fratelli d’Italia, ha ritirato la propria?), ha firmato un comunicato in cui critica la presa di posizione dei propri omologhi che ritiene si siano accorti troppo tardi dei rischi cui era sottoposto il calendario.
Prima di sollecitare «una nuova delibera con cui correggere gli errori» che hanno reso possibile la sentenza del Tar, Berlato fa presente alle altre associazioni venatorie e alla giunta che «sarebbe stato il caso d’ascoltare i nostri consigli quando si stava predisponendo il calendario venatorio regionale».
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