Franco Perco ci ha lasciati. A lui tutta la nostra gratitudine per quanto ha dato, con competenza, passione, entusiasmo e acutezza di ingegno, al mondo della caccia e della gestione faunistica.
Un’intera vita dedicata allo studio della fauna selvatica e alla divulgazione di un’illuminata cultura venatoria, in primis fra i cacciatori. Laureato in legge e scienze naturali, Franco Perco è stata una delle firme più importanti delle nostre riviste (prima di Cacciare a Palla e di Sentieri di Caccia, poi di Caccia Magazine) e i suoi articoli accompagnavano i nostri lettori da oramai 25 anni; un privilegio per noi che abbiamo vissuto con Franco un intenso e stimolante percorso di collaborazione, e per tutti coloro che hanno appreso e riflettuto leggendo i suoi scritti.
Si autodefiniva – forse con quell’ironia sagace che era uno dei suoi tratti distintivi – esperto di gestione faunistica anche per la parte sociale, ossia per i rapporti del mondo venatorio con quello ambientalista, scientifico e con l’opinione pubblica. E la sua personalità spiccata e affascinante non lasciava mai indifferenti; ha infatti catturato in tantissimi anni di attività intere platee di cacciatori giovani e meno giovani, che si sono formati con la conoscenza e la condivisione dei suoi insegnamenti. Perché allo studio e all’indagine scientifica Franco affiancava idee e intuizioni che hanno spesso precorso i tempi.
Ha ricoperto moltissimi incarichi e ruoli prestigiosi, ed è difficile ricordarli e citarli tutti. Non vogliamo però assolutamente tralasciare il fatto che amava definirsi, forse primo anche in questo, zoologo progettista e lo è stato davvero, nelle parole e nei fatti. Nella pianificazione e nell’esecuzione dei suoi progetti ha sempre cercato un consenso sincero, ottenuto grazie alla sua finezza di pensiero e grazie al suo incredibile talento nel comunicare visioni all’avanguardia nel campo della gestione di fauna e territorio.
Tanto è stato importante il suo contributo alla scienza quanto lo è stata la sua influenza tra gli appassionati ambientalisti e cacciatori. E lui è stato entrambi ed entrambi oggi si sentono sicuramente orfani. Ma il sentiero che ha segnato con l’esempio della sua vita è ben chiaro e, grazie a lui, è altrettanto chiara a tutti noi la strada che la caccia e la gestione faunistica dovranno seguire. Grazie Franco.
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