Nella riunione di martedì prossimo il Comitato faunistico-venatorio nazionale tenterà di chiarire l’estensione del divieto d’usare munizioni in piombo nelle zone umide inserite nei Siti d’importanza comunitaria e nelle Zps.
Considerati i vincoli del regolamento europeo sulle munizioni in piombo e la nuova formulazione della legge 157/92, al momento le Regioni non hanno modo d’effettuare un censimento esaustivo delle zone umide né tantomeno d’approvare catasti o elenchi dettagliati; il problema riguarda i Siti d’importanza comunitaria e le Zone di protezione speciale, per le quali a livello normativo siano fermi all’ordine del giorno Bruzzone (il governo l’ha accolto senza bisogno di votazione, ma poi non gli ha dato seguito) che prevede di far riferimento al catasto dell’Ispra.
Pertanto nella prossima riunione, convocata per martedì 19 dicembre, il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale (ne fanno parte anche i presidenti di Federcaccia, Libera Caccia ed Enalcaccia come rappresentanti delle associazioni venatorie; peraltro sulla loro nomina pende un ricorso dell’Arcicaccia) affronterà la questione, con l’obiettivo d’individuare una soluzione percorribile che consenta l’esercizio della caccia nel rispetto della normativa.
Lo fa sapere Roberto Morroni, assessore all’Agricoltura dell’Umbria, rispondendo all’interrogazione dei consiglieri leghisti Manuela Puletti, Valerio Mancini e Marco Castellari. In Umbria la giunta ha avviato una ricognizione cartografica delle zone umide presenti all’interno della rete Natura 2000 e delle zone protette, ma effettuare un censimento esaustivo è al momento impossibile.
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