Nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione, l’Uncza ha festeggiato un compleanno importante. Sessant’anni al servizio della caccia e della gestione della fauna selvatica.
Quello con l’assemblea di Uncza, Unione cacciatori Zona Alpi, è un appuntamento annuale che i cacciatori hanno ormai da tempo ben segnato in agenda. Perché non si tratta semplicemente di un incontro associativo, ma di un importante momento di confronto e di aggiornamento sulla gestione faunistica.
Così quest’anno i cacciatori alpini di Uncza, che si sono ritrovati dal 14 al 16 giugno a Caprino Veronese, sulle pendici del Monte Baldo, hanno focalizzato l’attenzione sul capriolo. A dibattito, quindi, è stato un tema sentito da tutto il mondo venatorio, non solo da quello alpino. La specie, a fronte di consistenze di tutto rispetto negli ultimi decenni, sembra infatti registrare cali anche sensibili di presenza.
Focus sul capriolo
Sandro Nicoloso, tecnico faunistico e primo relatore dell’incontro, ha introdotto l’argomento con un approfondito excursus sulla storia della presenza del cervide nel nostro territorio, percorrendo uno spazio temporale ampissimo ed evidenziando i vari periodi di crisi vissuti dalla specie. «Oggi» ha spiegato Nicoloso «il capriolo, che rispetto a qualche decennio fa ha colonizzato anche zone di pianura, mostra una certa flessione, soprattutto nelle aree montane. Dovremmo ulteriormente ampliare le nostre conoscenze e le nostre ricerche, in primis attraverso l’uso delle moderne tecnologie, per conoscere sempre meglio questo ungulato e per comprendere a fondo e arginare le principali criticità che attualmente impattano sulla specie».
A Nicoloso sono poi seguiti relatori di altrettanta competenza. La parola è passata a Ivano Confortini e a Luciano Sacchetti, che, rispettivamente, hanno illustrato due situazioni territoriali specifiche: quella della provincia di Verona e quella dell’Alto Adige. E se nel Veronese la situazione del capriolo, negli ultimi anni, sembra sostanzialmente stabile, nei territori in provincia di Bolzano il calo della presenza della specie è evidente, ricalcando una situazione analoga registrata anche in molte altre zone d’Italia.
Il presidente Uncza Sando Flaim, che ha presentato e moderato il convegno, ha infine ceduto il microfono Federico Orsi che ha chiuso i lavori presentando una ricerca, finanziata in parte da Uncza, sull’uso del territorio da parte del capriolo, condotta attraverso l’uso di collari satellitari e di fototrappole. Dai primi risultati, la specie denota un grande spirito di adattamento ai territori, pur compiendo spesso notevoli spostamenti per poi tornare, in alcuni casi, nei luoghi di origine. «Un lungo lavoro di studio» ha spiegato Orsi «che è ancora in corso e dal quale ci si aspettano tante risposte».
Un compleanno tra amici
Durante la tre giorni, scandita da incontri tecnici e di approfondimento scientifico (al convegno sul capriolo, si è aggiunta anche la riunione della commissione valutazione trofei Cic-Uncza, durante la quale i presidenti di Uncza e Cic Italia hanno conferito un attestato di benemerenza a Luigi Gasperi, già vicepresidente dell’Unione cacciatori Zona Alpi, per la lunga e fattiva militanza nelle due organizzazioni), come consuetudine non sono mancati i momenti conviviali.
In particolare, quest’anno si sono svolti i festeggiamenti per i sessant’anni di Uncza. «Un compleanno importante per un’associazione culturale in ambito venatorio» ha ribadito il presidente Sandro Flaim nel corso della cerimonia di apertura della manifestazione, svoltasi nella sala consiliare del municipio alla presenza del sindaco, del presidente di Federcaccia Verona, dei responsabili locali dell’organizzazione, facente capo al comprensorio alpino Caprino Veronese e all’Unione provinciale cacciatori veronesi, e di un pubblico numeroso.
Ma prima del solenne taglio della torta e dello stappo dello spumante per condividere questo traguardo con tutti gli amici presenti, il presidente dell’unione ha presentato il quaderno Uncza Sessanta, pubblicato per onorare l’importante anniversario, che ripercorre la storia della settoriale di Federcaccia, lunga oramai più di mezzo secolo. Un percorso che, fin da 1964, anno della sua costituzione, è sempre e costantemente stato segnato dalla volontà di opporsi a un’attività venatoria non guidata da regole finalizzate al corretto utilizzo delle risorse faunistiche a ambientali.
Nel cuore di Uncza
L’intero pomeriggio della giornata di sabato ha poi occupato i delegati con i lavori dell’assemblea dell’associazione, che quest’anno chiudeva il quinquennio; si doveva quindi provvedere anche al rinnovo del direttivo.
In una lunga relazione di apertura, Sandro Flaim ha tracciato un quadro esauriente di tutto ciò che è stato messo in campo o sostenuto da Uncza negli ultimi anni, sottolineando la modernità del linguaggio dell’unione a fronte di nuove sfide. Su tutte, il tema dell’accettazione della figura del cacciatore all’interno della società, un’azione culturale sempre più necessaria anche in valli alpine dove la caccia ha una lunga e radicata tradizione. «Una sfida che necessita» ha affermato il presidente «di mirate ed efficaci strategie di comunicazione».
Per questo Uncza non ha esitato a investire sul nuovo sito e sulla pagina Facebook, sul progetto Uncza nelle scuole e nell’organizzazione di manifestazioni e convegni. Sono anche aumentati gli investimenti del sodalizio a sostegno di studi scientifici, base di conoscenza per i progetti di gestione faunistica. In primo luogo sono state incentivate le ricerche direttamente effettuate dalle due commissioni tecniche dell’associazione, Avifauna e Ungulati, l’una coordinata da Antonella Labate e l’altra da Gianfranco Malisan, che hanno trovato spazio e che sono state citate, più di una volta, in varie pubblicazioni scientifiche.
Gallo forcello e stambecco sotto la lente
Senza dubbio è rilevante anche è il progetto promosso dall’unione con Ispra e Fem, volto alla realizzazione della Banca campioni organici galliformi alpini, coordinato da Ivano Artuso e gestito dal centro ricerche della Fondazione Edmund Mach. Campioni che si sono già rilevati di grande utilità per ricerche genetiche in particolare sul gallo forcello.
Flaim ha poi menzionato il Progetto stambecco, sempre promosso da Uncza, che intende offrire un quadro dello status della specie e una proposta fattibile di avvio di una gestione venatoria della stessa.
L’attenzione del sodalizio è ugualmente focalizzata pure su altri settori cruciali, dalla trofeistica alla cinofilia, alla promozione culturale (attraverso l’organizzazione di corsi, conferenze e con la produzione di manuali tecnici), volta alla divulgazione di una corretta cultura ambientale tra i cittadini e alla crescita del numero di soci cacciatori. Il presidente non ha poi mancato di ricordare che il mondo della caccia è coinvolto anche in nuove sfide, legate principalmente alla crisi climatico-ambientale e alle modificazioni paesaggistiche e culturali della montagna.
All’incontro era presente anche il presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi, che si è complimentato con Uncza per i risultati raggiunti, soffermandosi poi sulle nuove proposte legislative in corso e sui risvolti che alcune di esse potrebbero avere per l’attività venatoria nel nostro Paese; l’attenzione che Federcaccia riserva costantemente alle questioni in atto è alta.
Dopo l’approvazione dei bilanci e la votazione delle nuove cariche, lo studio relativo al disturbo antropico sugli ungulati alpini di Laura Limonciello è stato premiato come miglior tesi di laurea del 2023, nell’ambito del concorso sostenuto da Uncza,.
Appuntamento a Cortina
La tre giorni dell’Unione cacciatori Zona Alpi si è conclusa domenica con una serie di momenti di grande festa. I più mattinieri hanno potuto partecipare alle visite naturalistiche e il programma della manifestazione prevedeva poi la celebrazione della messa di Sant’Uberto da parte del cardinale Marchetto. All’uscita dalla chiesa, la banda cittadina ha preceduto un lungo corteo di cacciatori, amici e paesani. In testa al gruppo i dirigenti Uncza e i sindaci della zona con la fascia tricolore al petto. Giunti al municipio si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera con tanto di inno nazionale, ascoltato nel più rigoroso silenzio, sulle cui ultime note è cominciato un lungo e scrosciante applauso. È stato un momento davvero di grande emozione.
E un secondo lungo applauso si è ripetuto poco dopo in occasione del passaggio della Scheibe (il testimone Uncza) dalle mani del presidente del comprensorio Caprino Veronese a quelle del presidente della riserva di Cortina d’Ampezzo.
Il pranzo sociale (tagliatelle al tartufo, polenta e cinghiale), preparato dalla Pro loco e dall’Associazione tartufai, ha accompagnato la chiusura della cinquantottesima assemblea Uncza. Il sipario si alzerà di nuovo nel 2025 a Cortina d’Ampezzo.
Elezioni Uncza 2024: il nuovo direttivo
- Presidente: Sandro Flaim
- Consiglieri: Luca Calvini (Liguria), Bruno Campagnoli (Piemonte), Corrado Valentino (Valle d’Aosta), Giacomo Lanzini (Lombardia), Luca Rigatti (Trentino), Sandro Eccher (Alto Adige), Dorino Stocchero (Veneto), Fabio Merlini (Friuli Venezia Giulia)
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