La giunta Bonaccini ha deciso di modificare il calendario venatorio dell’Emilia Romagna senza attendere una nuova decisione del Tar.
Anticipata la chiusura della caccia a quindici specie: disattendendo le richieste dei cacciatori e delle opposizioni, la giunta Bonaccini ha infatti deciso di dar seguito alla decisione del Consiglio di Stato senza attendere il passaggio dal Tar e di modificare il calendario venatorio dell’Emilia Romagna.
La caccia alla beccaccia finirà tra poco più di una settimana, il 31 dicembre; stop il 9 gennaio per cesena, tordo bottaccio e tordo sassello. Si andrà avanti fino al 19 gennaio per beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, germano reale, mestolone, marzaiola e porciglione.
Aveva annunciato un’opposizione feroce se fosse andata così: la Federcaccia si dice meravigliata «che una Regione da sempre all’avanguardia e spesso apripista sulla gestione faunistico-venatoria si sia appiattita su queste posizioni ideologiche». Per il presidente regionale Paolo Pini «la ragione del diritto s’è piegata all’ideologia anticaccia»; la giunta ha dato seguito «a richieste di un mondo estremista che non tiene in alcun conto i principi della corretta gestione del territorio e della fauna né le risultanze della scienza».
Non è più accettabile che le amministrazioni pubbliche tengano in considerazione i cacciatori «solo quando hanno bisogno di forza lavoro gratuita». Pertanto la Federcaccia ha già organizzato un incontro tra tutte le associazioni venatorie regionali; l’obiettivo è discutere della strategia per «fare sistema contro chi ha come solo interesse quello di togliere diritti e certezze ai cacciatori».
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