I danni da ungulati rischiano di mettere in ombra la gestione della selvaggina stanziale, ma il territorio chiede risposte complessive. Arcicaccia scrive alla Regione Umbria.
La discussione pubblica non può essere cannibalizzata dal cinghiale: Arcicaccia Umbria teme invece che ciò accada e scrive alla Regione per chiedere risposte concrete sulla gestione della selvaggina stanziale. È fondamentale, afferma il presidente regionale Emanuele Bennati, attuare il piano faunistico-venatorio nelle parti che favoriscono l’incremento di lepri e fagiani. Solo così si può ricostruire un patrimonio in crisi. Per agire meglio, potrebbe essere utile convocare una consulta faunistica specificamente dedicata.
È vero che fallire la gestione del cinghiale significa “decretare il fallimento della caccia sociale e pubblica”. Ma in contemporanea bisogna sviluppare una strategia complessiva che freni il declino della selvaggina stanziale. Oltre che dei cacciatori, che hanno un evidente interesse diretto. “ricostruire un patrimonio faunistico in crisi, simbolo però di ricchezza delle nostre campagne, deve essere obiettivo di tutti”.
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