Torbjörn Larsson, presidente della Face, ha scritto alla Commissione europea per chiederle d’intervenire sulla normativa che al momento rende complicata la gestione del lupo.
Aver lanciato una consultazione pubblica che consenta di raccogliere informazioni aggiornate sul numero e l’impatto delle popolazioni è una decisione apprezzabile, ma non sufficiente: adesso bisogna che la Commissione europea agisca quanto prima, e quantomeno prima delle prossime elezioni, per rendere efficace la gestione del lupo nel territorio comunitario.
Glielo chiede Torbjörn Larsson, presidente della Face (è la Federazione delle principali associazioni venatorie europee: rappresenta sette milioni di cacciatori), in una lettera aperta inviata a Ursula von der Leyen. Per assicurare una coesistenza serena tra lupo e attività antropiche la Face ritiene infatti necessaria una nuova cornice di misure gestionali.
Il passaggio più urgente è la modifica degli allegati della Direttiva habitat, che definiscono i gradi di protezione delle diverse specie animali; in contemporanea è opportuno chiarire quanto l’applicazione possa essere flessibile. Solo in questo modo si può sviluppare un nuovo approccio che tenga insieme conservazione e gestione del lupo, «in linea con quanto previsto dalla cosiddetta ecologia transfrontaliera».
La presenza del lupo nel territorio europeo è un tema sempre più sentito dalle comunità rurali; a fine ottobre il Coordinamento delle federcacciatrici ha diffuso il primo report sulle predazioni ai danni dei cani, non solo da caccia.
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