La riunione del tavolo tecnico per la gestione del lupo in Veneto è servita a diagnosticare la situazione attuale.
Si stima che nel territorio regionale ci siano almeno 16 branchi riproduttivi e che adesso tocchino anche i Colli Berici ed Euganei: convocata per la prima volta nella nuova consiliatura, la riunione del tavolo tecnico per la gestione del lupo in Veneto è servita a diagnosticare la situazione attuale. Nei primi sette mesi del 2021 gli eventi predatori sono generalmente diminuiti, anche se sono già stati erogati e liquidati indennizzi per 200.000 euro.
Sugli animali domestici si registra un maggior impatto nei territori in cui gli insediamenti sono più recenti; dove la presenza è consolidata i danni sono invece stabili o in diminuzione, grazie anche alle misure di prevenzione attivate. Il progetto di telemetria proattiva (radiocollari) organizzato insieme all’Università di Sassari ha permesso di capire che le recinzioni virtuali intorno a malghe e pascoli funzionano nell’82% dei casi; i sensori di prossimità addirittura nell’89%.
I dati raccolti con i radiocollari permettono inoltre di analizzare l’impatto dei lupi sugli ungulati selvatici (ben 273 le carcasse individuate e analizzate); è una mossa fondamentale per pensare a un’eventuale gestione della specie, anche se l’assessore Cristiano Corazzari segnala i ritardi nell’approvare il piano nazionale di gestione.
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