La gestione del lupo è al centro della proposta di Sergio Berlato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
Si sapeva che, dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle catture a Trento e Bolzano, si sarebbe dovuto attendere poco per una nuova proposta sulla gestione del lupo. Ora i riflettori si spostano sul Veneto dove Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, ha presentato un disegno di legge che, se approvato, consentirebbe il prelievo di alcuni esemplari. Il lupo, commenta Berlato nella nota stampa che accompagna il ddl, causa danni all’economia, alla società e all’ambiente. E il Progetto WolfAlps, a cui la giunta regionale ha aderito anche economicamente, non è riuscito a porvi rimedio. Pertanto, afferma Berlato, «non si possono intraprendere operazioni diverse da quelle che natura esige».
Il ddl prevede che il prelievo del lupo sia autorizzato solo sotto sei condizioni. 1) Deve essere l’unica soluzione possibile. 2) Non deve pregiudicare la conservazione della specie. 3) Deve essere accompagnato da un parere Ispra. 4) Deve avvenire in condizioni controllate, 5) su base selettiva e 6) in misura limitata. Quattro i fini per cui Berlato pensa a un’attiva gestione del lupo in Veneto: tutela della fauna e degli habitat, prevenzione dei danni all’allevamento, soluzione di problemi sanitari, sociali, economici e di sicurezza, finalità didattiche e di ricerca.
Nel presentare il provvedimento, Berlato attacca il governo Conte. È evidente «la sua inerzia» commenta. Gli «abbiamo più volte rivolto l’invito a dotarsi di un piano nazionale di gestione del lupo» che preveda «monitoraggio, censimento e laddove necessario l’abbattimento dei lupi in esubero», ma invano.