43 eurodeputati chiedono alla Commissione europea di rendere possibile la gestione del lupo abbassandone lo status di tutela.
La Commissione europea deve definire modi e forme della gestione del lupo, il cui status deve passare da specie particolarmente protetta a specie (semplicemente) protetta così da consentire interventi mirati in difesa di agricoltori e allevatori soprattutto di montagna. È il messaggio centrale della lettera che 43 eurodeputati hanno inviato a Ursula von der Leyen e ai commissari Virginijus Sinkevicius e Janusz Wojciechowski; tra i firmatari ci sono gli italiani Pietro Fiocchi (Fratelli d’Italia – Conservatori e riformisti) e Marco Dreosto (Lega – Identità e democrazia), che a breve dovrà decidere se restare a Bruxelles o optare per il Senato ove è stato eletto lo scorso 25 settembre.
Stabilite in circostanze socio-ambientali molto diverse da quelle odierne, le misure di protezione del lupo sono ormai obsolete e inadeguate; è dunque necessario intervenire con urgenza e modificare la legislazione comunitaria in vigore.
«Il conflitto tra le comunità montane e i lupi si sta rapidamente inasprendo» nota Pietro Fiocchi; «molti allevatori hanno persino rinunciato a denunciare le predazioni» a causa della sproporzione tra burocrazia e importo del risarcimento.
Per Marco Dreosto gli attacchi del lupo amplificano la tentazione di abbandonare l’allevamento nelle aree svantaggiate. «Se ciò dovesse accadere, le ripercussioni socio-economiche e gli impatti sulla biodiversità e sul clima sarebbero notevoli»; in questo modo si comprometterebbero infatti «la cura e la tutela del territorio» e si provocherebbe «un grave rischio idrogeologico, soprattutto a quote medio basse».
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