Il Tar della Lombardia si è espresso sul piano di controllo che disciplina la gestione del cinghiale in Provincia di Brescia.
In provincia di Brescia la gestione del cinghiale deve essere rimodulata. È inevitabile, dopo che il Tar della Lombardia ha mozzato il piano di controllo della specie accogliendo parzialmente il ricorso di Lac e Lav. Sono sostanzialmente tre i punti nei quali il piano della Regione non ha convinto il Tar. Uno: non è stato definito il limite di tollerabilità della presenza del cinghiale. Due: è stata fissata una percentuale di prelievo standard per tutta la zona, invece che differenziata nelle diverse aree. Tre: la soglia di prelievo può essere rivista al rialzo in caso di completamento del piano in un periodo rapido.
Gestione del cinghiale: ecco i punti in cui il Tar accoglie il ricorso
Danni causati in passato o situazioni di allarme sociale non sono parametri adeguati per definire la tollerabilità del cinghiale nella zona: ci vogliono criteri più stringenti. È questo il primo motivo di ricorso accolto dal Tar. Il tribunale considera inoltre illogico che la quota di prelievo del piano di gestione del cinghiale sia fissata, oltre all’incremento, sempre al 10% dei selvatici censiti prima della riproduzione. “Appare irrazionale” non prevedere un criterio che fissi il limite massimo, si legge nella sentenza, e distingua le aree “in ragione della diffusone del cinghiale”. Una soglia flat, viene da dire, potrebbe condurre “per ipotesi all’abbattimento di tutti i [cinghiali] presenti in una zona poco popolata”.
Stesso aggettivo, illogico, per la possibilità di rivedere al rialzo la quota se il piano viene completato in sei mesi. Questa previsione finisce “per configurarsi come un incentivo al rapido e indiscriminato abbattimento del cinghiale, allo scopo di poter ottenere la fissazione di un nuovo ulteriore limite”.
Qualcosa si salva
Non salta però per aria tutto il piano di gestione del cinghiale. Il Tar della Lombardia ha respinto alcune parti del ricorso di Lac e Lav. Vanno bene il tiro notturno e l’utilizzo di fari, è realmente inopportuno che proliferino recinzioni meccaniche ed elettriche. I ricorrenti soccombono anche sulla sterilizzazione del cinghiale: non è un’alternativa valida al prelievo, per questioni pratiche e relative al benessere animale.