Per rendere più efficace la gestione del cinghiale in Piemonte la Coldiretti chiede di nuovo che sia impiegato l’esercito.
A distanza di nove mesi esatti la Coldiretti torna a chiedere l’intervento dell’esercito per potenziare la gestione del cinghiale in Piemonte, e specificamente nel Torinese. Non si tratta più soltanto di un problema delle campagne, degli agricoltori e delle strade provinciali: sono “decine le segnalazioni di animali selvatici che scorrazzano nei giardini e nelle vie urbane provocando allarme tra la popolazione”; ecco perché campagna e città devono essere unite nel sollecitare un intervento auspicabilmente risolutivo.
«Il numero dei cinghiali abbattuti deve crescere in modo esponenziale» nota Bruno Mecca Cici, presidente della Coldiretti Torino. Se gli enti chiamati a gestirli «non riescono ad affrontare il problema per carenza di personale, burocrazia o mancanza di volontà, ci rivolgiamo al prefetto perché chieda l’intervento dell’esercito; i soldati possono infatti essere utilizzati per interventi di protezione civile, e quella dei cinghiali è sicuramente un’emergenza da protezione civile».
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