Gli uffici documentazione e ricerche della Camera hanno preparato un dossier sui modi in cui rendere più efficace la gestione del cinghiale.
«La caccia non è stata sufficiente» a rendere efficace la gestione del cinghiale e dunque «a prevenire la crescita delle popolazioni», ma è probabile che «senza la caccia il problema sarebbe stato maggiore»; oltre alla riduzione del numero dei cacciatori pesano infatti la riforestazione e soprattutto i cambiamenti climatici, che aumentano il cibo a disposizione. È uno dei passaggi più interessanti del dossier che gli uffici ricerche della Camera hanno messo a disposizione della commissione Agricoltura dopo un confronto approfondito con le altre nazioni europee.
Il dossier fornisce anche una serie di raccomandazioni per limitare la presenza del cinghiale sul territorio. È necessario innanzitutto ripensare le classi d’età target («il 60% dei piccoli è nato da cinghiali di due anni; meno del 30% da cinghiali di un anno») e ridurre le limitazioni alla braccata (che fine ha fatto il decreto che estende da tre a cinque mesi il periodo in cui è consentita?). Per evitare che il cinghiale si diffonda al di fuori dell’ambiente che di solito occupa, può inoltre essere utile consentire il foraggiamento artificiale; restano però necessari una regolazione rigorosa e un miglior coordinamento.
In contemporanea è fondamentale creare un database della presenza del cinghiale in Europa, sviluppando sistemi di monitoraggio condivisi tra i diversi Stati.
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