Per Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, se vuole rendere efficace la gestione del cinghiale il governo deve considerare i cacciatori come alleati.
«Non ho paura a dire con forza che i cacciatori sono i nostri alleati» nel tentativo di rendere più efficace la gestione del cinghiale: l’aveva detto una decina di giorni fa a Radio 24, torna a ribadirlo mentre la situazione rischia d’aggrovigliarsi ancora. Per Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, la peste suina africana non è l’unica emergenza che il governo è chiamato ad affrontare; oltre a contenere la diffusione del virus e possibilmente eradicarlo, bisogna ridurre il numero dei cinghiali anche al di fuori della zona rossa. «Purtroppo» nota «la contrapposizione ideologica di tutti questi anni tra ambientalisti-animalisti e cacciatori ha prodotto un disequilibrio ambientale che dev’essere [risolto] con l’intervento dell’uomo».
Per ridurre la popolazione del cinghiale il governo si sta muovendo su due livelli. Ha innanzitutto indicato alle Regioni di predisporre piani d’abbattimento che riducano sensibilmente le popolazioni, in alcuni territori addirittura da dimezzare; e sta lavorando a un decreto legge che allunghi di due mesi la stagione della braccata. La Federcaccia ha già fatto sapere di essere contraria, ma per Costa si tratta di «un problema da affrontare senza un approccio ideologico, con pragmatismo e senso di responsabilità».
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