La giunta de Pascale deve rispondere all’interrogazione con cui Fratelli d’Italia chiede chiarimenti sulle prospettive prossime della caccia in deroga allo storno e al fringuello in Emilia Romagna.
Dopo diciott’anni, costretto da una sentenza della magistratura, l’Ispra ha calcolato le cosiddette piccole quantità prelevabili su scala nazionale nel regime di caccia in deroga; ora tocca alle Regioni decidere se chiedere la ripartizione delle quote: a una risposta non potrà sottrarsi la giunta che governa l’Emilia Romagna, alla quale Fratelli d’Italia (l’interrogazione 307 la firma il consigliere Nicola Marcello) ha chiesto se nel prossimo calendario venatorio entreranno lo storno e il fringuello.
Secondo Marcello le quantità prelevabili calcolate dall’Ispra (581.302 fringuelli, 230.242 storni) «non creano un vero impatto, [al contrario] del dispositivo [regionale sul controllo] del colombaccio» del quale si sta discutendo da mesi: un provvedimento che autorizza la caccia in deroga dunque «non inficia la gestione sostenibile della fauna».
Sarà uno degli snodi del prossimo calendario venatorio, che nasce dall’interazione tra esigenze diverse: la giunta infatti deve trovare l’equilibrio migliore tra cacciatori, «associazioni animaliste e ambientaliste, mondo agricolo» ed efficacia della gestione faunistica.
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