Una nuova sensibilità, un modo innovativo di intendere la caccia e ciò che le ruota attorno. Il produttore stavolta affronta il tema varmint e ne offre un’interpretazione aderente alla visione del cacciatore contemporaneo, una pura Franchi experience.
Il nuovo corso di Franchi, inaugurato ormai da qualche anno, si è ben più che consolidato. Lo stile attuale dello storico produttore nazionale ha canoni propri, unici, a tratti inediti e si concretizza nella cosiddetta Franchi Experience in cui tutti gli attori in campo, dal produttore ai testimonial fino alle attività correlate alla caccia (come non pensare alla Food Academy?) concorrono a definire con un linguaggio contemporaneo quello che dovrebbe il cacciatore moderno: un appassionato che opera con responsabilità, avendo sempre nel mirino anche il rispetto del selvatico e la consapevolezza del proprio ruolo, anche sociale, nel contesto naturale.
Perché l’ambiente è un bene di tutti che va conservato per le future generazioni e i rapporti umani sono il valore aggiunto che dà alla nostra vita, anche di cacciatori, quella pienezza di cui abbiamo riscoperto il gusto dopo aver assaggiato la sterilità, sociale ed emotiva, di confinamenti, distanziamento, mascherine, lavoro agile e tutto quel corollario di privazioni che la pandemia si è portata dietro.
L’importanza delle parole
Per Franchi è una questione di stile, ho scritto, e l’ho fatto con intenzione. Perché lo storico produttore ha espressamente formulato i canoni della propria ideale esperienza di caccia, quel complesso insieme di caratteri che definiscono il marchio e chi ne vuole incarnare i valori. Conta l’agito, certo, ma pure l’eloquio e, con esso, il nome che si dà alle cose. Questo ragionamento, forse un po’ involuto, me lo ha ispirato il nuovo modello proposto dall’azienda oggi urbinate, la versione Varmint della rinomata carabina Horizon.
Con il termine varmint la lingua inglese identifica gli animali infestanti, quelli che un tempo in Italia venivano chiamati nocivi e per i quali oggi si preferisce la classificazione tra i cosiddetti antagonisti. Sostanzialmente i piccoli predatori che hanno un’influenza negativa sulla biodiversità e l’abbondanza di selvaggina, animali che hanno faticato a trovare dignità tra la fauna e per i quali, specie in America, si utilizzano piccoli calibri e non ci si pena ad azzardare qualche tiro al limite dell’accettabile. Per estensione, i calibri e le armi varmint fino a oggi sono state spesso pensate come strumenti spartani che devono però garantire precisione anche a distante elevate. E così la distanza tra caccia e tiro sportivo è andata sempre più assottigliandosi, facendo di questa categoria un segmento a parte, quasi una cerniera tra le due ben distinte destinazioni.
Franchi Horizon Varmint: doppia scelta
Ebbene, con il nuovo modello – disponibile in due varianti – Franchi ha voluto tirare una riga su una visione un po’ polverosa, certamente poco accettabile in un’era in cui tutta la fauna ha assunto un valore che, ai tempi di chi associò il termine varmint alla caccia, non era ancora espresso. E così, con la Franchi Horizon Varmint, il produttore propone un’arma caratterizzata da una precisione particolarmente accurata e una serie di caratteristiche che ne fanno uno strumento dotato di una certa raffinatezza e lo mettono a suo agio sia sulla linea di tiro sia sull’altana. Un po’ meno alla cerca, dove la Varmint è condizionata da una massa superiore alle necessità strettamente venatorie. A caccia, comunque, non avrà timore di ingaggiare con il calibro adeguato anche la cosiddetta selvaggina nobile.
La Franchi Horizon Varmint è declinata nelle versioni Black Synt ed Elite Subalpine; la prima è stata la mia compagna per una serie di test in poligono e due uscite a caccia nell’Azienda faunistica Valle di Fiordimonte.
Polimeri e acciaio
La Franchi Horizon Varmint Black Synt monta una calciatura monocromatica in polimero, presenta le parti metalliche brunite opache ed è camerata nel calibro più flessibile che si possa immaginare: il .308 Winchester. La calciatura ha l’astina piatta nella sua parte inferiore, così da facilitare il tiro in appoggio, e una pala del calcio dotata di nasello intercambiabile, così da accontentare chi utilizza un’ottica di puntamento. Opzione peraltro ineludibile mancando le mire metalliche. È presente la predisposizione a sgancio rapido per il montaggio della cinghia di trasporto così come il punto di ancoraggio per un bipiede anteriore.
Il disegno segue il profilo ergonomico Envolved Ergonom-X studiato sulle abitudini di caccia di più di mille cacciatori; si propone di restituire comfort ideale in ogni posizione di tiro. Frutto di questa piattaforma di sviluppo, gli esclusivi zigrini Allround Interlacement garantiscono un’imbracciata rapida e una presa salda. Il calciolo in poliuretano Tsa (Twin Shock Absorber) promette una riduzione del rinculo del 50% ed è sostituibile; quello montato, di lunghezza intermedia, porta la Lop a 355 millimetri. Sostituendolo si può variare il valore tra gli estremi di 347 e 365 millimetri.
Canna e otturatore
L’otturatore è scanalato così come scanalata è la canna di diametro maggiorato: 22 millimetri contro i circa 15 millimetri delle versioni standard. Il materiale in più aggiunge rigidità al tubo, resistenza al surriscaldamento e, in definitiva, precisione. Le scanalature ne riducono la massa e aggiungono una ricercatezza estetica che si fa apprezzare. Alla volata è presente un filetto che consente l’applicazione del freno di bocca, fornito a corredo. Se applicato porta a un incremento di 57 millimetri della lunghezza totale dell’arma.
A distinguere la Varmint spicca la base Picatinny applicata sull’azione. Due sono inoltre i caricatori fornito a corredo; a quello da tre colpi che equipaggia la Varmint in assetto da caccia, si affianca quello da otto colpi adatto al tiro in poligono.
Nell’arma oggetto della prova la canna misura 610 millimetri e presenta un passo di rigatura di 1:11” che meglio si presta a stabilizzare ogive tra i 150 e i 180 grani, gruppo all’interno del quale troviamo un’ampia offerta di opzioni per la caccia e il tiro di precisione.
A completare il sistema concorrono l’otturatore a tre alette che consente l’apertura con una rotazione di 60° della manetta, la sicura manuale a due posizioni con otturatore libero e lo scatto diretto Relia Trigger regolabile tra 800 e 1.900 grammi.
A caccia e in poligono
Obiettivo delle uscite è un cinghiale. Anche a Fiordimonte la popolazione del suide prospera grazie allo scarso disturbo antropico e all’abbondanza di alimento. È tempo di raccolta ma la disponibilità trofica è ancora elevata e rende difficile l’avvistamento dell’animale. L’attesa sull’altana non produce risultati né la sera né la mattina; sarà invece una breve uscita alla cerca a consentire l’avvistamento e l’avvicinamento, che si tradurrà con un tiro a distanza brevissima, inferiore ai 30 metri. Il selvatico selezionato, una femmina giovane, non ha compiuto più di un paio di metri dall’Anschuss dimostrando – se mai ce ne fosse bisogno – che il munizionamento monolitico espande correttamente anche a distanze d’impatto particolarmente contenute.
Al test a caccia, che ha permesso di misurare le qualità soggettive dell’arma, non è mancata la concretezza del test in poligono. Se a caccia ne ho apprezzato la mitezza del rinculo, la pulizia dello scatto, la robustezza dell’insieme e la fluidità dell’otturatore, sulla linea di tiro a 100 metri la Horizon Varmint ha dimostrato di essere ampiamente in grado di rispettare quel Moa garantito dal produttore e testimoniato dal certificato di precisione a corredo. Anzi, con il nuovo munizionamento Sako con palla atossica Blade ha dimostrato di avvicinarsi più al mezzo Moa che ai due terzi del minuto d’angolo. Garantendo quindi quella sicurezza psicologica fondamentale perché il tiratore possa ottenere il meglio da se stesso. Il rinculo, in virtù dell’accoppiata freno di bocca-calciolo Tsa, è moderato.
Lo scatto risulta migliorato rispetto al passato, più costante e fluido nello sgancio dei piani; su questo specifico componente i progettisti Franchi hanno investito energie che torneranno utili a tutti i futuri acquirenti delle carabine Horizon.
La variante: la Franchi Horizon Varmint Elite Subalpine
La Varmint Elite Subalpine si differenzia della Black Synt per la livrea del calcio, costituita dall’omonima pellicola camo di Optifade che ricopre la medesima calciatura polimerica; per la finitura delle parti metalliche è stato scelto il Cerakote nella tonalità midnight bronze. I tre calibri disponibili sono accomunati dalla vocazione al tiro sportivo a lunga distanza:
– calibro .223 Remington, rigatura passo 1:9”, peso 4.500 grammi, caricatori da quattro e otto colpi;
– calibro .224 Valkyrie, rigatura passo 1:7”, peso 4.500 grammi, caricatori da tre e sette colpi;
– calibro .22-250 Remington, rigatura passo 1:12”, peso 4.100 grammi, caricatori da tre e otto colpi.
La Franchi food academy e la merenda del cacciatore
Nell’occasione di questa esperienza ho incontrato Iris Rossi – responsabile della Franchi Food Academy – che mi ha proposto la sua originale interpretazione della merenda del cacciatore.
Franchi Food Academy è un’esperienza che nasce dalla sensibilità del produttore e, in particolare, dalla creatività del suo giovane team, per valorizzare le carni di selvaggina e strapparle a quel retaggio culturale che le vuole contraddistinte da un sapore forte, reso ancora più acuto dalla pratica di una marinatura che tende più a coprire i supposti difetti della carne che a esaltarne le caratteristiche. Se correttamente trattate nella filiera, le carni di selvaggina sono una materia prima pregiata, ricchissima di sapori e valori nutrizionali.
La Franchi Food Academy è un network composto da chef di tutto il mondo, ciascuno dei quali condivide i sapori del proprio territorio per rendere facilmente fruibile la carne di selvaggina e allargarne l’apprezzamento anche a chi non è cacciatore.
La merenda che mi ha proposto Iris costituisce l’interpretazione Franchi del picnic e coniuga la vita all’aria aperta al momento conviviale con parenti e amici. Qualcosa di cui si sente particolarmente bisogno in questo frangente storico.
Il menu
– fregola con datterini, feta e tartare di capriolo;
– hummus di ceci e pomodori secchi con straccetti di capriolo;
– bocconcino di zucchina grigliata con caprino e bresaola di cinghiale;
– insalata di fagiano con julienne di carote e peperoni grigliati;
– ciaccia bianca con roast beef di daino sotto sale.
Queste e molte altre ricette sono disponibili sul sito della Franchi food academy.
Il test è stato effettuato in data 14 luglio 2021 presso il Campo di tiro Marco Mercorelli di San Ginesio (Mc) che si ringrazia. Si ringraziano inoltre l’Armeria Broglia di Camerino (Mc) e l’Azienda faunistica Valle di Fiordimonte (Mc) per la collaborazione.
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