Il test del Flir Breach lo dimostra, esiste un visore termico compatto, leggero e davvero confortevole nell’utilizzo. Se la si assicura a un laccio da collo, questa termocamera si porta come un cellulare e non ci si accorge neppure dell’ingombro.
Il Flir Breach è il piccolo gioiello presentato dal marchio americano nel 2018. La grande diffusione di sistemi termici ha portato diverse aziende a progettare e commercializzare una vasta gamma di prodotti che vanno dall’osservazione al puntamento. E rispetto a qualche anno fa i costi diventano sempre più accessibili.
Fondata nel 1978, Flir può essere ritenuta leader mondiale nella produzione di termocamere. Nel 2016 ha inoltre acquisito Armasight, altro marchio statunitense specializzato negli strumenti di visione notturna e termica di alta gamma. In Italia i prodotti Flir e quelli Armasight by Flir destinati al mercato civile sono distribuiti da Forest Italia di Tatiana Chiavegato e Francesco Corrà.
Flir Breach, uno zoom costante
Il Breach PTQ 136 è un monocolo termico di ultima generazione capace di combinare leggerezza e tecnologia. Dal peso complessivo di soli 210 grammi, impermeabile e robustissimo, grazie al nuovo sensore Flir Boson ha una risoluzione 320×256, rielaborata da un software fino all’altezza di 640 pixel. L’obiettivo è da 9 millimetri, la velocità di aggiornamento dell’immagine pari a 60 Hz.
La qualità delle immagini è eccellente grazie anche al display ad alta definizione Flocos Quad Vga 1280×960 che permette di operare sul menu anche senza smettere di osservare. Manuale la regolazione diottrica, fissa invece la messa a fuoco.
Il Flir Breach presenta uno zoom costante da 1x a 4x e risulta ideale per l’osservazione della fauna fino a distanze superiori ai 200 metri. Permette di registrare filmati e scattare immagini in maniera semplicissima. Poi li archivia in una memoria interna capace di contenere 1.000 immagini e 2,5 ore di video. Per la sua estrema leggerezza e le dimensioni compatte, il visore può essere portato in tasca e utilizzato con una sola mano o, volendo lasciare libere le mani, montato su un casco grazie a più punti di attacco a slitta.
Un visore termico semplice ed efficace
Il Flir Breach presenta tre tasti, centrale, anteriore e posteriore. L’accensione avviene premendo il tasto centrale. Una volta che lo si è acceso, si può aggiustare la regolazione diottrica. La messa a fuoco fissa e il settaggio di base permettono di utilizzarlo senza che sia necessario premere alcun tasto. Per i più esigenti esiste la possibilità di agire sui singoli elementi di settaggio (contrasti, nitidezza) per personalizzarli e ottenere immagini adeguate alle condizioni d’uso.
L’accesso al semplicissimo menù si ottiene tenendo premuto il tasto centrale. Le modalità di visualizzazione dell’immagini sono sette. Si va dai classici white hot e black hot per finire all’immediatezza della modalità outdoor alert, passando per arctic, ironbow, rainbow e seppia.
Lo zoom di base è 1x. Per aumentarlo o diminuirlo basta tenere premuto rispettivamente il tasto anteriore o posteriore. Premendo una volta il tasto centrale si scatta una fotografia; per avviare la registrazione il tasto centrale va premuto due volte.
Il test del Flir Breach
Ho avuto a disposizione il Flir Breach in quella che forse è stata la settimana più calda dell’anno e ciò non ha giocato a favore delle sue prestazioni. Le occasioni di utilizzo sono state tre: due di perlustrazione nella mia zona di caccia al tramonto, una di notte nel corso di un contenimento del cinghiale. Posso confermare che la compattezza delle forme e la leggerezza rendono l’utilizzo del visore termico veramente confortevole. Assicurato a un laccio da collo, si porta infatti come un cellulare ed è come non averlo.
La posizione dei tasti si percepisce bene sotto i polpastrelli. Anche a buio si ha il pieno controllo delle funzioni, che si possono visualizzare sul display durante l’osservazione. Il settaggio di base si presenta già ottimale. Una minima personalizzazione dei settaggi (contrasti, nitidezza) rende inoltre la qualità delle immagini ancora superiore. Tra le varie modalità di visualizzazione che ho testato prediligo white hot e outdoor alert.
Campo visivo ampio, buon colpo d’occhio
Il Breach si alimenta con una pila CR123A, il cui alloggio è facilmente accessibile e la cui sostituzione risulta agevole anche in condizioni di buio. L’ingrandimento 1x regala un ampio campo visivo e un buon colpo d’occhio sulla scena. Passando a ingrandimenti superiori si perde un po’ in qualità dell’immagine.
Nella mia esperienza le performance del Breach sono ottimali fino a distanze anche superiori ai 200 metri, nelle quali è in grado di fornire dettagli utili a distinguere la specie di ungulato. A distanze maggiori non mantiene la stessa precisione, fattore imperdonabile su altri dispositivi, ben più pesanti e ingombranti. È meno idoneo quindi per censimenti e avvistamenti a distanze siderali, ma ideale per un utilizzo a distanze anche superiori ai 200 metri: la grande tecnologia è miniaturizzata in un dispositivo incredibilmente maneggevole. Questo è forse il motivo del prezzo del Flir Breach, ma anche il segreto di quello che si annuncia un successo assicurato nel variegato panorama dei visori notturni.
La scheda tecnica del Flir Breach PTQ136
Produttore: Flir Systems
Modello: Breach PTQ136
Ingrandimento ottico: 1x
Zoom digitale: 1x-4x continuo
Tipo sensore: microbolometro VOx 320×256
Frequenza di refresh: 60 Hz
Conchiglia oculare: 16 mm
Ottica sistema: 9,1 mm; f/1,04
Display: FLCOS Quad-VGA (1280×960)
Uscita video: digitale
Memoria interna: fino a 1.000 immagini e 2,5 ore di video su memoria interna
Avvio: <1,5 secondi
Temperature di esercizio: da -20 °C a +50 °C
Peso: 210 g
Dimensioni: 139 x 70 x 49 mm
Alimentazione: una batteria al litio CR123A 3 V
Autonomia batteria: fino a 90 minuti a 20 °C (in funzione)
Prezzo: 2.700 euro
Sito produttore: www.flir.it
Distributore: www.forestitalia.com / 045 8778772