Filippini firma la prima ordinanza da commissario alla peste suina africana

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Il commissario straordinario Giovanni Filippini ha firmato l’ordinanza 3/2024, con cui intende circoscrivere la diffusione della peste suina africana negli allevamenti di maiali.

L’attenzione del mondo venatorio è comprensibilmente assorbita dall’avvicinamento alla preapertura della caccia, ma non va dimenticato che da due anni e mezzo l’Italia è immersa in un’epidemia subdola e potenzialmente devastante per interi settori dell’economia: gli ultimi focolai in alcuni allevamenti hanno indotto Giovanni Filippini, neocommissario straordinario alla peste suina africana dopo le dimissioni di Vincenzo Caputo (era uno dei suoi tre subcommissari insieme a Mario Chiari e Simone Siena), a firmare la sua prima ordinanza, la numero 3/2024.

Per i cacciatori l’impatto è marginalissimo: le misure si applicano negli allevamenti di maiali localizzati nelle zone di restrizione I, II e III di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Con gli ultimi focolai l’epidemia sta infatti «assumendo un andamento sempre più preoccupante»; e la trasmissione dell’infezione da un allevamento a un altro deriva «soprattutto da movimenti incontrollati di persone e mezzi».

Fino alla fine di settembre si potranno movimentare i maiali soltanto verso i macelli: eventuali deroghe saranno possibili soltanto in zona I, soltanto tra due settimane e soltanto dopo il nulla osta del commissario e l’autorizzazione del servizio veterinario territoriale.

Divieti per gli allevamenti

Sono vietati sia l’accesso degli automezzi, tranne quelli destinati al trasporto di mangime, carcasse e liquami, e dei maiali verso i macelli, sia l’ingresso di qualsiasi persona «non direttamente connessa con la gestione quotidiana», compresi veterinari liberi professionisti, tecnici di filiera e mangimisti, e di cani o altri animali da compagnia o da reddito, sia i lavori ordinari di manutenzione, tranne che per «limitati interventi di miglioramento della biosicurezza»; gli operai dovranno indossare tute e calzari monouso, e per le quarantott’ore precedenti e le quarantott’ore successive stare lontani sia da altri allevamenti sia dai boschi o luoghi frequentati da cinghiali. I controlli veterinari sono ammessi soltanto se collegati con la gestione dell’emergenza sanitaria o la verifica del rispetto del benessere animale.

Negli allevamenti in cui rileverà carenze strutturali o gestionali relative alla biosicurezza e le riterrà non sanabili entro quindici giorni, il servizio veterinario territoriale disporrà lo svuotamento mediante macellazione o abbattimento entro massimo tre settimane; discrezionale la scelta in caso di contatto, diretto o indiretto, con un focolaio. Restano ovviamente vietati mostre, mercati, fiere ed esposizioni che coinvolgano il settore suinicolo.

In una nota Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura della Lombardia, fa sapere di apprezzare «il pragmatismo» di Filippini: «c’è bisogno di meno regole, ma più ferree e centralizzate».

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