Chi rimane ferito in un incidente di caccia da lui stesso provocato rischia la licenza.
È un sintomo chiaro di inaffidabilità: a prescindere da ogni rilievo penale, chi rimane ferito per un incidente di caccia da lui stesso provocato può rischiare la revoca del porto d’armi. Lo ha deciso il Tar della Calabria respingendo il ricorso di un cacciatore catanzarese.
L’uomo, a caccia di cinghiale insieme a tre compagni, era scivolato a causa di uno smottamento del terreno e si era sparato accidentalmente a un piede. È indimostrabile la sua affermazione che avesse correttamente imbracciato l’arma, inverosimile pensare che la sicura fosse stata inserita e che si sia sganciata durante la caduta.
Ma anche se così fosse poco importa: è evidente che “un evento dannoso è accaduto” e il cacciatore ha messo a rischio l’incolumità sua e dei compagni. Avrebbe potuto provocare evento ben più grave, scrive il Tar, e non si può escludere che in futuro accada qualcosa di simile. Perché un incidente di caccia così provocato è indizio evidente di scarsa affidabilità. E il diritto di ciascuno all’incolumità merita maggior tutela rispetto a quello eccezionale, che poi a rigore diritto neppure è, di portare le armi.
Scopri le news di caccia e di legge e i test di armi e munizioni e non perdere Caccia Magazine giugno 2020, in edicola da questi giorni.