Ricorsi contro il calendario venatorio, delibera sugli anelli per i richiami vivi: secondo la Federcaccia sono due gli argomenti che in Lombardia rischiano d’infiammare la fine dell’estate.
È concreto il rischio che l’ondata di ricorsi contro i calendari venatori lambirà anche la Lombardia: non lo nasconde Marco Bruni, presidente regionale della Federcaccia, nel video in cui anticipa le possibili problematiche delle prossime settimane.
La Federcaccia è soddisfatta delle argomentazioni con cui gli uffici regionali hanno motivato le parti del calendario che si discostano dal parere dell’Ispra; ma in un eventuale giudizio non si può dare niente per scontato; l’auspicio è che, se interpellati, i giudici evitino di firmare decreti cautelari, e trovino il tempo necessario ad approfondire l’argomento ed esprimere sentenze di merito. Con amarezza però Bruni rileva che da tempo la politica non riesce a far rispettare la legge 157/92, che prevede tempi di caccia ben precisi.
In Lombardia le discussioni sul calendario venatorio s’affiancheranno a un’altra questione delicata: il 9 settembre infatti la giunta regionale discuterà la delibera sugli anelli per i richiami vivi. La Federcaccia, che continua a dirsi contraria all’anello d’alluminio con bugna, chiede procedure più agevoli rispetto a quelle che la Regione sta definendo, appesantite da un gran numero di passaggi burocratici con cui intende evitare di rimanere imbrigliata nei ricorsi delle associazioni ambientaliste e animaliste.
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