La Federcaccia regionale non è del tutto soddisfatta dell’esito della riforma della legge sulla caccia in Lombardia.
Due emendamenti di sei ricevono un parere negativo: la Federcaccia non è del tutto soddisfatta dell’esito della riforma della legge sulla caccia in Lombardia andata a effetto nelle scorse ore. Lo rivela Marco Bruni, il presidente regionale, con un video diffuso sui canali ufficiali.
La prima critica riguarda la riduzione dei poteri dei Comprensori alpini per l’istituzione di nuovi appostamenti fissi: il loro parere diventa necessario solo «nel raggio di 150 metri da un punto di censimento georeferenziato che ha certificato la presenza di galliformi almeno in uno dei tre anni precedenti». I rappresentanti dei comitati di gestione avevano scritto ad Attilio Fontana, presidente della giunta regionale, all’assessorato e a tutti i consiglieri; ma, nota Bruni, «probabilmente le loro idee non interessano alle istituzioni di Milano».
L’altro aspetto delicato riguarda la possibilità d’impiegare come richiami vivi gli uccelli feriti a caccia, una volta guariti: Bruni lo ritiene un argomento difficilmente digeribile per la stampa e l’opinione pubblica, «e al mondo venatorio porterà più danno che altro».
In generale, alla Federcaccia Lombardia dispiace l’assenza di condivisione con i cacciatori, che sulle modifiche della legge regionale 26/93 non sono riusciti a confrontarsi né con i consiglieri né con la giunta.
Leggi le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.