Essere Paladini del territorio conviene

Essere Paladini del territorio conviene: pulizia della spazzatura dalle foreste
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Caccia Magazine maggio 2023 ha dedicato la propria copertina all’operazione Paladini del territorio.

copertina caccia magazine maggio 2023Per il secondo anno consecutivo Caccia Magazine si schiera al fianco di Fondazione Una per promuovere l’operazione Paladini del territorio che terminerà il 30 aprile. Per aumentare la visibilità di questa iniziativa, abbiamo messo a disposizione la copertina di questo numero, nella quale sono ritratti Andrea Cavaglià e Marta Chiattone: giovani, ma soprattutto cacciatori.

I motivi per cui siamo al fianco di Fondazione Una in questa bella iniziativa sono fondamentalmente due: l’obiettivo, che è quello di intervenire là dove ci sono situazioni di degrado e sporcizia che arrechino danno alla flora e alla fauna; e soprattutto la concretezza perché questo progetto va oltre le belle parole di cui spesso ci si riempie la bocca e porta migliaia di cacciatori e volontari a rimboccarsi le maniche e a fare qualche cosa di tangibile sul territorio. Quello che sono chiamati a mettere in atto i cacciatori per un’intera settimana va ben oltre l’atto simbolico, perché per i cacciatori la difesa dell’ambiente e la tutela della biodiversità devono essere la priorità.

Un’iniziativa trasversale

C’è anche un altro aspetto che mi piace sottolineare. Per prendere parte all’operazione, i cacciatori coinvolti in tutta Italia superano anche quegli steccati che, spesso, sono rappresentati dall’appartenenza alle varie associazioni venatorie. Paladini del territorio è trasversale e in riferimento alla passata edizione i presidenti nazionali di Federcaccia (Massimo Buconi), Arcicaccia (Cristian Maffei), Enalcaccia (Lamberto Cardia) hanno pubblicamente manifestato il loro apprezzamento per la buona riuscita della manifestazione, alla quale hanno contribuito decine di sezioni provinciali e comunali.

Per sottolineare la portata dell’iniziativa intrapresa da Fondazione Una, sono senza dubbio utili alcuni numeri dell’edizione 2022. Sono stati oltre cento i punti di pulizia e ripristino del territorio; più di tremila i cacciatori e i volontari coinvolti; 14 le regioni interessate (Lombardia, Piemonte, Toscana, Sardegna, Lazio, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Umbria, Marche, Molise, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia). Oltre due milioni di cittadini hanno dunque potuto godere dei benefici di una raccolta che ha superato quota 20 tonnellate di rifiuti eliminati dall’ambiente.

Recupero di rifiuti pericolosi o ingombranti, ma non soltanto: l’opera dei cacciatori ha previsto anche il ripristino di sentieri, la pulizia di aree urbane e, più in generale, il controllo e la custodia di aree che costituiscono una parte dell’incredibile patrimonio naturale italiano.

Un dovere civico

L’iniziativa Paladini del territorio s’è meritata anche articoli su testate nazionali come Corriere della sera, la Repubblica e ansa.it, mai teneri verso il mondo della caccia e la figura del cacciatore. A questi vanno aggiunti anche tantissimi articoli sui mezzi di comunicazione locali. Questa visibilità rappresenta un’occasione importante, se non unica, per migliorare la percezione del mondo venatorio che nell’opinione pubblica s’è incrostata nell’arco degli anni e proporre in maniera efficace la figura del cacciatore come soggetto attivo e interessato alla salvaguardia e al miglioramento del capitale paesaggistico e ambientale, nonché alla collaborazione con il mondo agricolo e alla difesa del patrimonio forestale.

Molti, da più parti, chiacchierano di tutela e gestione della natura; ma troppo spesso capita che tanti progetti restino lettera morta anche perché le buone intenzioni non sempre sono supportate dalla conoscenza. Il mondo venatorio non deve allinearsi a questa condizione e l’operazione Paladini del territorio è un significativo passo verso questa presa di coscienza: l’ambiente naturale in cui si muove il cacciatore non è una risorsa infinita, ma un bene che va accudito e migliorato. E nulla importa se l’agricoltura intensiva, la scriteriata cementificazione delle periferie e l’abbandono delle aree rurali hanno senza dubbio cagionato all’ambiente più danni della caccia negli ultimi 30-40 anni.

Evocarli è un goffo e inutile tentativo di autoassolversi: i cacciatori devono fare la loro parte, devono essere parte propositiva nella tutela e nel miglioramento dell’ambiente naturale. La partecipazione a un’iniziativa del valore di Paladini del territorio dev’essere percepita come un dovere civico e un investimento concreto per la difesa del mondo della caccia.

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