Emergenza sanitaria e censimenti faunistici non sono compatibili: Ispra spiega quale linea seguirà per valutare i prossimi piani di prelievo di ungulati e galliformi.
Emergenza sanitaria e censimenti faunistici non vanno d’accordo, è evidente. Se bisogna restare a casa, i conteggi non sono effettuabili. E questa è la fotografia. Sulle sue conseguenze si attendeva il parere di Ispra che ha preso posizione con una nota ufficiale. Se nel lungo periodo fossero davvero impossibili censimenti o stime di popolazione, per il 2020/2021 l’istituto adotterà procedure alternative per valutare i piani di prelievo di cervidi, bovidi e galliformi.
Emergenza sanitaria e censimenti faunistici di cervidi e bovidi
Il parere sui piani di prelievo di cervidi e bovidi si baserà sulla serie storica dei risultati quinquennali e sugli obiettivi dei singoli distretti. Ove possibile, per determinare il numero minimo delle popolazioni di cervo e capriolo si potrebbe fare affidamento sul conteggio notturno con faro effettuato da personale d’istituto (polizia provinciale, tecnici degli Atc o dei comprensori alpini, liberi professionisti, dipendenti delle amministrazioni pubbliche e private).
Ispra ritiene che, oltre ai dati storici della gestione venatoria, possano essere utili anche informazioni desunte con metodi alternativi. Tra gli esempi cita fototrappole, pellet group count, distance sampling con termografia a infrarossi, indici biometrici della popolazione. Secondo Ispra le disposizioni attuali, in vigore fino al 3 aprile, “non appaiono pregiudicare per ora le attività di conteggio con il metodo del census block”. Di solito è “utilizzato per il camoscio”.
Emergenza sanitaria e censimenti faunistici di galliformi
In assenza di monitoraggio primaverile e verifica del successo produttivo, Ispra ritiene opportuno escludere dal prelievo 2020/2021 coturnice, pernice sarda e fagiano di monte. In caso di esclusivo monitoraggio tardo estivo, Ispra potrà esprimersi sui piani di prelievo formulati in base al numero minimo certo degli animali contati in ogni distretto.
E il cinghiale?
Diversa la situazione per il cinghiale. Generalmente i conteggi primaverili non hanno un peso decisivo. Servirà dunque raccogliere i dati sugli interventi di prelievo e i cinghiali abbattuti, in caccia e controllo, nella scorsa stagione. Ciò consente di capire meglio come i cinghiali siano distribuiti sul territorio e di valutare sia gli impatti (incidenti stradali, su agricoltura e biodiversità) sia l’efficacia della programmazione gestionale. Detto al contrario: visto che non sono essenziali, non riuscire a realizzare i censimenti di cinghiale non è un limite per redigere un piano di prelievo o per valutarlo.
In chiusura di nota, Ispra ribadisce che non rientra tra le sue competenze esprimersi sull’opportunità di proseguire sulla caccia di selezione o il controllo. Più difficile rispondere al secondo interrogativo: sul primo la situazione è chiara.
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