Uno degli emendamenti alla legge sulla caccia presentati dal Movimento 5 Stelle riguardava lo stato di protezione della tortora selvatica.
In mezzo agli emendamenti sull’oca canadese minore, la schiribilla grigiata, la fregata magnifica, il moriglione americano e l’ubara asiatica ce n’era anche uno sulla tortora (Streptopelia turtur), della quale il Movimento 5 Stelle chiedeva l’inserimento nell’elenco delle specie protette; ma la commissione Agricoltura della Camera, che sta discutendo il ddl Bruzzone di riforma della legge sulla caccia, gli ha fatto fare la fine degli altri, nessuno dei quali, respinti o accantonati, ha ricevuto voto favorevole.
Per l’ex ministro Sergio Costa era necessario aggiornare l’elenco delle specie protette inserendoci la tortora «a causa [sia] della non adeguata gestione delle aree rurali, [sia] del bracconaggio»; estendere «la protezione a particolari specie di avifauna permetterebbe infatti di evitare ulteriori procedure d’infrazione europee» nei confronti dell’Italia.
Ma la discussione è ancora lunga. Anche se finora la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti delle opposizioni, in commissione Agricoltura i lavori stanno andando a rilento: è palese la tattica del Movimento 5 Stelle, che sta utilizzando tutti gli strumenti consentiti dal regolamento per ritardare l’approdo del provvedimento in aula.
All’ostruzionismo avrebbe voluto partecipare anche il gruppo parlamentare Verdi-Sinistra, che aveva chiesto di poter intervenire anche se non rappresentato in commissione Agricoltura; Mirco Carloni, che la presiede, glielo ha negato ricordando che chi non può votare non può intervenire per la dichiarazione di voto.
È una valutazione su cui Sergio Costa non concorda: della questione dovrà occuparsi la giunta per il regolamento della Camera ove comunque il centrodestra ha la maggioranza (nove-sei; il sedicesimo deputato è Manfred Schullian, del Südtiroler Volkspartei).
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