Nel corso del convegno organizzato dalla Federcaccia il sottosegretario La Pietra ha detto che il governo sta valutando se aumentare la durata della stagione di caccia al cinghiale in braccata.
Fu una delle ipotesi naufragate insieme al governo Draghi e alla scorsa legislatura: ora torna d’attualità la possibilità d’ampliare la durata della stagione di caccia al cinghiale in braccata, al momento fissata in un trimestre.
Lo ha detto il sottosegretario Patrizio La Pietra nel corso del convegno sulla peste suina africana organizzato dalla Federcaccia ad Acqui Terme, in provincia d’Alessandria; insieme alla struttura commissariale, il governo lavorerà inoltre per chiarire quali siano le regole per il consumo della carne dei cinghiali cacciati nelle zone soggette a restrizioni.
È un passaggio cui la Federcaccia tiene molto. «Anche nell’esercizio di quello che a tutti gli effetti è un servizio pubblico» si legge in una nota «i cacciatori non vogliono derogare a quell’etica venatoria che anche nel consumo trova un’espressione di rispetto per il selvatico abbattuto».
Il convegno ha inoltre consentito di mettere a fuoco alcuni punti critici che ancora rendono difficoltosa la lotta contro la peste suina africana: sono ancora troppo pochi i centri di controllo, i punti di smaltimento delle spoglie e i veterinari pubblici preposti all’analisi; e da regione a regione sono spesso diverse le regole per l’applicazione del piano di controllo del cinghiale, da alcuni interpretate «in modo assurdamente restrittivo» e tali da limitare ulteriormente le zone o i giorni di prelievo. A nome del governo La Pietra s’è dunque impegnato a garantire una maggior omogeneità nell’applicazione della normativa e a ridurre al minimo la burocrazia.
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.